• Il Covid19 cambierà stabilmente il modo di concepire il lavoro anche dopo la sua sconfitta
  • Oltre i danni economici potrebbe offrire opportunità per tutto il sud
  • L’opinione di un membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE)

South Working e Mezzogiorno, opportunità (quasi) persa

Insieme ai grandi piani d’investimento per il Sud che speriamo saranno parte consistente del Recovery Plan italiano, perchè non guardare anche alle piccole opportunità, specie se a costo zero? Tenendo ben presente che le modalità del lavoro subiranno profonde trasformazioni anche quando il Covid sarà sconfitto, pensiamo al “South Working”: lavoratori dei paesi del Nord che durante la pandemia hanno scelto di andare a lavorare in remoto in Paesi e regioni del sud. In questi mesi gli articoli sui media internazionali al riguardo sono stati tanti e molti hanno avuto come focus proprio il Sud Italia, raccontando storie di lavoratori stranieri che hanno scelto Palermo, Napoli, la Puglia e persino qualche paesino, purché con una buona connessione internet.

Lavoratori in smart working che scelgono il Sud

Storie di persone che infatti si sono innamorate del Mezzogiorno. Secondo una ricerca condotta dalla Svimez, sono oltre 100.000 i dipendenti di aziende del centro e Nord Italia che hanno scelto il Mezzogiorno come loro base durante la pandemia. Numeri inferiori al dato reale visto che non tengono conto dei lavoratori autonomi o stranieri né del fatto che spesso si sono spostati in compagnia. Sono arrivati senza che li andassimo a cercare. Mica male, visto che in molti sostengono che la vera emergenza del sud è l’emigrazione, ovvero lo spopolamento.
Se è vero che non sarà il South working a risollevare l’economia del meridione, ogni granello fa. Potrebbe per esempio innescarsi un circolo virtuoso, con alcuni, magari molti, di questi south workers che decideranno di comprare una casa che diventi base semi permanente o luogo dove trascorrere le proprie vacanze. Comprando tra l’altro a costi infinitamente più bassi rispetto ai prezzi degli immobili delle città da cui provengono.

Ma il Sud non si è saputo ‘offrire’

Non è difficile innamorarsi dello stile di vita del Sud, del suo clima, delle sue belle spiagge e dei suoi mari invidiabili, del suo patrimonio culturale e artistico, con un costo della vita molto basso, specie se paragonato alle grandi metropoli del Nord Europa. Ebbene, mentre Dubai e il Portogallo, per citare due esempi, si sono attivati sin dall’inizio della pandemia con campagne promozionali, proponendosi come base ideale per il south working al fine di attirare quanti più lavoratori in remoto possibile, l’Italia non ha mosso un dito per massimizzare questo flusso in arrivo dividendosi tutt’al più tra chi sosteneva che un eventuale valore aggiunto per l’economia meridionale sarebbe solo stato di breve periodo e un generale immobilismo che, ahinoi, troppo spesso ci caratterizza.

-ndr– Manfredi Nulli è Membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE)