“Non c’è dubbio che anche la seconda gamba della strategia di confisca e sottrazione dei patrimoni ai mafiosi ha bisogno di avere anche un consenso sociale, ed è connesso alla capacità dello Stato di restituire i beni alle comunità. Lo afferma il presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici.

Per il deputato del Pd, questo consenso sociale si deve perseguire “sia attraverso i beni immobili, quindi attraverso la possibilità che questi beni non deperiscano in una condizione di gestione spesso burocratica, senza aver contezza di quell’efficacia che consiste proprio nel rendere disponibile quei beni”.

Troppi beni a bagnomaria

Per il presidente dell’Antimafia, serve uno scossone al sistema dei beni confiscati, “dando ai lavoratori stessi la possibilità di gestirli”. Cracolici spiega come “troppi beni sono a bagnomaria”. “Con la commissione regionale antimafia – ha aggiunto Cracolici – stiamo mettendo a punto azioni di natura finanziaria per consentire alle società di poter accedere attraverso l’Irfis a un sistema di finanziamenti a tasso zero per sostenere il rilancio economico. Oltre il 90 per cento delle aziende confiscate sono in liquidazione. A parte quelle utilizzate dai mafiosi per violare il principio della concorrenza o usate per fare riciclaggio, è comunque un dato troppo alto. Occorre puntare sulla formazione dei manager e su un monitoraggio di prossimità al bene confiscato per avere la giusta contezza del fenomeno. Su questa partita si gioca il successo, o l’insuccesso, dello Stato”.

Agenzia beni confiscati non ha sede in Sicilia orientale

Cracolici ha anche detto come sia assolutamente necessario intervenire su quella che a lui appare una gestione troppo centralistica dei beni. “Serve una politica di prossimità”, ha spiegato il presidente dell’Antimafia, riferendosi al fatto che in Sicilia esiste una sola sede dell’Agenzia nazionale dei Beni sequestrati e confiscati, quella di Palermo. Per tutte le pratiche della Sicilia orientale, infatti, la competenza ricade sulla sede di Reggio Calabria.