Nel primo trimestre 2025, i pagamenti puntuali in Italia scendono al 44,7%, mentre i ritardi oltre i 90 giorni aumentano. Dallo studio pagamenti di Cribis relativo alle abitudini di pagamento del primo trimestre 2025 emergono due tendenze da non trascurare: la puntualità è in leggero calo (-0,4%) e al tempo stesso i ritardi oltre i 90 giorni in aumento (+0,8%).
In Italia nel primo quadrimestre 2025 i pagamenti puntuali sono il 44,7%
In Italia i pagamenti puntuali passano dal 45,1% del quarto trimestre 2024 al 44,7% del primo trimestre 2025. Una percentuale in flessione che però resta più alta rispetto al primo trimestre 2024 (43,4%) e al primo trimestre 2023 (43,9%). I ritardi oltre i 90 giorni salgono invece dal 4,4% del quarto trimestre 2024 al 4,9% del primo trimestre 2025, anche se fortunatamente scendono rispetto al 5,3% del primo trimestre 2024.
Se si considerano le dimensioni delle imprese analizzate, si conferma il fatto che le aziende più grandi sono quelle dove la puntualità è inferiore ma anche quelle con la minore incidenza di grandi ritardi. Di contro, fra le microimprese c’è più puntualità ma anche una quota maggiore di ritardi oltre i 90 giorni.
Del resto, va ricordato che le grandi imprese hanno un potere contrattuale decisamente diverso rispetto alle piccole e micro nella definizione dei termini di pagamento.
Puntualità dei pagamenti e dimensioni aziendali
Entrando nel dettaglio, la puntualità scende e i grandi ritardi diminuiscono con il crescere della dimensione aziendale: Micro -> 45,7% pagamenti a scadenza, 5,5% oltre i 90 gg; piccole -> 43% pagamenti a scadenza, 2,6% oltre i 90 gg; medie -> 35,8% pagamenti a scadenza, 1,9% oltre i 90 gg e grandi -> 20,9% pagamenti a scadenza, 1,8% oltre i 90 gg.
Sud e isole fanalino di coda fra le aziende puntuali
Anche in questa rilevazione, si conferma un’Italia con evidenti differenze a livello territoriale, con il nord Italia decisamente più virtuoso e sud e isole con abitudini di pagamento meno affidabili: nord est -> 52,6% pagamenti a scadenza, 2,9% oltre i 90 gg; nord ovest -> 50,3% pagamenti a scadenza, 3,8% oltre i 90 gg; centro -> 40,9% pagamenti a scadenza, 5,6% oltre i 90 gg e sud e isole -> 33,8% pagamenti a scadenza, 7,7% oltre i 90 gg. Se è vero che il nord est Italia spicca per puntualità, è altresì vero che non è la zona con i tempi di pagamento medi inferiori. Con la media italiana di 69 giorni, il centro Italia è l’area dove i tempi di pagamento sono più bassi. Nel dettaglio mediamente le fatture vengono pagate con queste tempistiche: centro 64 gg; nord est 65 gg; nord ovest 70 gg e sud e isole 70 gg.
Sicilia tra le regioni meno affidabili
Approfondendo ulteriormente l’analisi geografica, le prime cinque regioni per regolarità sono: la Lombardia (54,2%), il Veneto (54,1%), l’Emilia-Romagna (53,2%), le Marche (52,4%) e il Trentino-Alto Adige (48,8%). Nelle ultime posizioni della classifica dei pagamenti regolari troviamo: la Sicilia (28,6%), la Calabria (28,7%), la Sardegna (33,7%), il Lazio (34,1%) e la Campania (35,6%). Anche se si considerano i ritardi oltre i 90 giorni, Sicilia e Calabria restano le due regioni che presentano maggiori criticità, con la prima con un livello di ritardo grave pari a 9,4% e a 9,2% la seconda.
I settori di appartenza
Grosse differenze emergono poi se si considerano i settori di appartenenza. I comparti con una maggiore incidenza di ritardi oltre i 90 giorni sono: ristoranti e bar (8,1%), costruzioni (7,1%) e servizi per le persone (5,8%). La quota di grandi ritardatari è bassa in segmenti come l’industria della carta e affini (2,4%), l’industrie della gomma (2,3%) e l’industria chimica (2,1%). A livello di tendenze che stanno emergendo, rispetto al quarto trimestre del 2024, si osserva una riduzione dei ritardi oltre i 90 giorni del 2,8% per l’Industria siderurgica e del 2,7% per la grande distribuzione e la distribuzione organizzata.
Pagamenti puntuali: una sfida per le imprese italiane
In un contesto economico ancora instabile, la puntualità nei pagamenti rappresenta una delle tante sfide che le imprese italiane si trovano ad affrontare quotidianamente. Tra inflazione, costi energetici elevati e accesso al credito sempre più selettivo, molte aziende faticano a mantenere equilibrio tra entrate e uscite. Garantire pagamenti regolari non è però solo una questione di gestione della liquidità: è anche un segnale di affidabilità e di solidità nei rapporti commerciali. In questo scenario complesso, diventa cruciale adottare strategie di gestione finanziaria più efficienti, valorizzare la collaborazione lungo la filiera e investire in strumenti di data integration che favoriscano la trasparenza e la pianificazione. Solo così sarà possibile resistere agli shock economici e sostenere la crescita nel lungo periodo.
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