Il Tar boccia un provvedimento di Leoluca Orlando. La decisione della seconda sezione del tribunale di via Butera riguarda il modo in cui si è pervenuti alla scelta di un dirigente a tempo determinato. La sentenza vale per il singolo caso, ma naturalmente rappresenta un precedente e non è detto che non piovano altri ricorsi in merito ad altri dirigenti.

Come riporta il Giornale di Sicilia, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di Enzo Polizzi (difeso dall’ avvocato Elisabetta Liberti) un ex dirigente declassato a funzionario in seguito a un’ altra sentenza che aveva annullato le promozioni dell’ area dirigenziale lasciando un vuoto al Comune. Polizzi lamenta l’eccessiva discrezionalità con cui il sindaco ha scelto Graziella Pitrolo (dipendente comunale) nel ruolo apicale all’ufficio Pianificazione urbana, quello che lui peraltro aveva ricoperto per oltre tredici anni.

Il Tar ammette che la legge consente «agli enti locali di affidare incarichi di responsabilità dirigenziale con contratti a tempo determinato», ma «non li esonera dallo svolgere procedure concorsuali» che rispettando il dettato costituzionale «devono essere rette dai principi di trasparenza, imparzialità e par condicio».

L’ area del personale di Palazzo delle Aquile aveva effettuato una prima selezione dei candidati, scegliendo gli idonei in base ai requisiti richiesti. La lista, con relativa documentazione, era poi stata trasmessa al sindaco che aveva proceduto a valutare i singoli curriculum.

Osservano i giudici (Cosimo di Paola, presidente, Federica Cabri ni, estensore, Giuseppe La Greca, primo referendario) che “nel caso di specie la motivazione contenuta negli atti impugnati è meramente tautologica atteso che il sindaco fa solo riferimento all’esperienza maturata (dalla Pitrolo, ndr) con le funzioni proprie del posto da ricoprire e con lo svolgimento dell’ attività svolta presso l’ amministrazione comunale”, senza dare in alcun modo conto delle ragioni per le quali l’ ingegnere Pitrolo sia stata preferita agli altri candidati”.

Per questo motivo il Tar ha annullato la nomina, respingendo però la richiesta di risarcimento di 20mila euro avanzata da Polizzi, dal momento che non è possibile stabilire se quel posto spettasse effettivamente a lui.
Palazzo delle Aquile dovrà comunque pagare le spese processuali, pari a 1.500 euro.

Sulle nomine illegittime al Comune di Palermo il M5S ha presentato un’interrogazione al ministero delll’Economia.

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