E giunse al fin il giorno della partenza. Come anticipato e promesso Totò Cuffaro è volato a Bruxelles e da lì prenderà il volo per il Burundi per dare inizio alla sua nuova missione umanitaria: destinazione finale Bujumbara.

Lo aveva annunciato prima di uscire di prigione e confermato appena uscito che sarebbe andato a fare il ‘missionario laico’, poi la data della partenza era slittata fino alla fine di maggio e poi ancora tanto a fare pensare che fosse solo una trovata ‘mediatica’. Ma questa mattina il cittadino Totò Cuffaro ha lasciato Palermo e l’Italia. e domani sarà in Burundi

Dal governo locale ha ottenuto un permesso di soggiorno per un mese a Bujumbara ma rinnovabile.  Si occuperà di una struttura sanitaria costruita anche con i fondi della Regione Siciliana quando lui ne era il Presidente. Obiettivo strategico: trovare risorse umane e economiche da investire in loco. Obiettivo immediato: potenziare il punto nascite per abbassare il tasso di mortalità infantile.

“Non andrò a fare il medico – ha detto – ma una sorta di direttore sanitario con il compito di trasferire in loco tante disponibilità, che ho già trovato in Italia, di medici e paramedici che vogliono dare parte del loro tempo per aiutare quelle popolazioni così bisognose”.

Fino a qualche giorno prima della partenza ha continuato a incontrare la gente attraverso la presentazioni di libri. E dietro di se lascia la polemica stucchevole da qualsiasi lato la si guardi (favorevoli o contrari) sulla concessione della sala Mattarella dell’Ars per il dibattito sulle carceri al quale avrebbe dovuto partecipare.

Lunedì 27 giugno a Terrasini ha ascoltato con grande interesse e partecipazione le provocazioni che la lettura del suo “L’uomo è un mendicante che crede di essere un re” ha avuto in alcuni lettori. “Vi hanno visto cose che neanche io avevo notato – ha detto alla fine-. Vuol dire che vale ancora la pena di scrivere libri e di leggerli”.

Martedì 28 ha partecipato da ospite d’onore ad un dibattito sul libro del Papa: “Il nome di Dio è Misericordia”, organizzato dal Centro Culturale IL Sentiero. Una accorata e commovente testimonianza non solo degli anni trascorsi a Rebibbia, ma di come: “La Misericordia è entrata nella mia vita e l’ha cambiata, salvandola dal rischio della deriva”.

Perché ha accolto l’invito a parlare della Misericordia?
Perché la Misericordia che ho vissuto e sperimentato sulla mia pelle mi ha cambiato e mi ha salvato.
Come?
Ecco, io credo che la Misericordia innanzitutto si propone a tutti gli uomini, dentro e fuori le carceri. A me è accaduto. Io l’ho ascoltata soprattutto perché più forte è il bisogno di andarle incontro quando si vive una condizione di dolore, di sofferenza.
E che cosa è accaduto?
Quando ciò accade è come se arrivasse questo Cristo misericordioso, il quale nonostante tu sia in carcere, dentro una cella, riesce a liberarti dalle catene, dalle catene spirituali, dalle catene del pensiero. Io posso testimoniare che ho faticato perché la Misericordia ha faticato con me; ho faticato per riscattare i miei errori, per riscattare il mio passato, ma soprattutto ho avuto l’impressione che questa Misericordia non solo mi aiutasse a riscattare il passato, ma ponesse un cardine per ricominciare a ricostruire il mio futuro.
Ma come può la Misericordia trasformare il carcere?
Io sono entrato in un carcere sterile e la Misericordia lo ha trasformato in un carcere fecondo. Nei tanti momenti di sventura e di dolore che ho attraversato, è riuscita a darmi la speranza necessaria per darti la forza perché tu che hai toccato il fondo non smetta di amare. Ho capito che tante persone che amavano ma non erano amate, trovavano la loro forza in questa Misericordia, perché da questa Misericordia si sentivano amate.

Cuffaro ha lasciato in Italia la famiglia, tantissimi amici (qualcuno sostiene che siano addirittura aumentati di numero) con l’impegno a tornare presto per portare avanti questa nuova missione. Ma ha lasciato anche tanti nemici giurati che non gli perdonano nulla e tante polemiche.  Ha lasciato anche quelli che sperano o che temono il suo ritorno in politica che comunque non potrà avvenire mai. Gli anni trascorsi in carcere lo hanno profondamente cambiato. Certamente accadrà così per i mesi che trascorrerà in Africa. Qualunque saranno le scelte dei prossimi anni le affronterà con il cambiamento che queste vicende hanno prodotto nel suo cuore. E questo farà la differenza, in ogni caso.