Gli interessi di Totò Cuffaro e dei suoi non riguardavano solo la sanità ma anche il settore della Protezione civile. Lo ritengono i pm di Palermo che hanno chiesto l’arresto dell’ex governatore siciliano. I pm parlano di “opaco intreccio di interessi” tra Cuffaro e l’imprenditore edile Giuseppe Capizzi che avrebbe chiesto la sua intermediazione per ‘avvicinare’ il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina e “verosimilmente – dicono i pm – versargli somme di denaro in vista delle lucrose gare pubbliche indette dall’ente pubblico da lui gestite”.
L’8 gennaio del 2024 Cuffaro e Capizzi si trovano a casa dell’ex presidente e secondo l’accusa parlano di gare. L’imprenditore, dopo aver introdotto un argomento riguardante Cocina, domanda a Cuffaro come si dovesse comportare nei suoi confronti. “Ma ma noi altri… dobbiamo mettere sotto quella testa di m…di Cocina”, dice Capizzi. “Ma… te l’ha fatta quella cosa o no?”, chiede Cuffaro. “Ma quando mai! Totò!” spiega Capizzi.
“Ma gli avete dato i soldi, picciotti!”, sbotta Cuffaro. Per i pm i due interlocutori, anche nel momento in cui si lamentano dell’operato di Cocina e delle sue inadempienze nonostante la dazione di denaro, si riferiscono a una procedura di gara. “D’altra parte, non troppo tempo addietro, – si legge nella richiesta della Procura – i due avevano per la prima volta evocato il nome di Cocina nell’ambito di una conversazione su offerte, controfferte, lotti di gara e interlocuzioni con un non meglio precisato direttore, a questo punto da identificarsi proprio con il vertice della protezione civile siciliana”. I
n un’altra intercettazione Cuffaro chiama Cocina dal cellulare. Dopo un breve scambio di battute, Cuffaro chiede un appuntamento al suo interlocutore che glielo fissa subito. Chiusa la telefonata con Cocina, Cuffaro rimprovera Capizzi per non aver seguito il suggerimento di aspettare prima di dare il denaro. “Ma scusa quando dicevo non glieli dare… minchia … io ti dicevo di non dare ah…io… perché conoscevo…perché a… i cioccolati quando sono buoni, uno se li deve mangiare non che li deve dare…”, dice l’ex governatore.






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