L’organizzazione poteva contare su continui approvvigionamenti di cocaina e hashish dalla Calabria e aveva una fitta rete di pusher che aveva come base il quartiere Villaggio Santa Rosalia a Palermo. A capo c’era Giuseppe Bronte, il cugino Salvatore Bronte e Gaetano Rizzo. I primi due si occupavano di avere la droga dal calabrese Domenico Stilo.

Gli ordini passavano da utente telefoniche riservate con continui scambi di sms. Gaetano Rizzo del quartiere “villaggio Santa Rosalia” manteneva i rapporti diretti con gli agrigentini CAPRARO Salvatore Capraro e Davide Licata che facevano arrivare la droga ad Agrigento e Lampedusa.

La banda utilizzava una fitta rete di pusher che trasportava la droga. Per lo più erano insospettabili venditori ambulanti che si spostavano fuori provincia nei mercatini settimanali che si svolgono nei piccoli e grandi centri del palermitano. Le forniture erano garantite da Gaetano Rizzo, Emanuele Rizzo e Francesco Portanuova.

Tra gli acquirenti nel mercato agrigentino oltre a Licata e Capraro c’era anche Angelo Cardella che riceveva lo stupefacente da Ivan La Spisa parente di Gaetano Rizzo. A Carini (Pa), la droga arrivava tramite Gianluca Gambino che portava la droga dopo appuntamenti telefonici. L’organizzazione tramite Alessandra Pepati e Dante Parisi riusciva a rifornire il mercato della Sicilia orientale.

Tra gli acquirenti Vincenzo Terranova di Lentini. Nel corso dell’operazione della squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti sono stati sequestrati 18 chili di hashish, 3 chili e mezzo di cocaina, 44 piante di marijuana e di 193.000 euro in contanti.