“De-generazioni” è il titolo della nuova stagione del Teatro Biondo, presentata oggi a Palermo dal direttore artistico Roberto Alajmo, con il presidente della fondazione Gianni Puglisi, l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano e l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo.

“Generazioni a confronto: padri e figli, maestri e allievi – ha detto Alajmo – ma anche degenerazioni, alterazioni di simboli, di valori, di utopie”.

“Il cinquantesimo anniversario del ’68 allunga la sua ombra anche sulla stagione teatrale dello Stabile di Palermo per indagare gli scontri generazionali – ha continuato Alajmo – e ragionare su utopie, tradimenti, paure e desideri inappagati”. “Le rane” di Aristofane è lo spettacolo che il 24 ottobre inaugura la stagione, portato in scena da Ficarra e Picone reduci dal successo ottenuto con la pièce a Siracusa.

“Bestie di scena”, di Emma Dante, che doveva inaugurare la scorsa stagione, viene recuperato ai primi di ottobre. Dieci gli spettacoli in sala grande e 14 in sala Strehler. Molti i classici: “La tempesta” di Shakespeare il 7 dicembre, per la regia di Roberto Andò e Renato Carpentieri nei panni di Prospero. Il primo febbraio le “Sorelle Materassi”, tratto dal romanzo di Aldo Palazzeschi; il 22 “Spettri” di Ibsen, con Micaela Esdra, diretta da Walter Pagliaro. Torna Eduardo con “Questi fantasmi”, riletto da Marco Tullio Giordana. Ad aprile il capolavoro di Pirandello, “Sei personaggi in cerca d’autore” è in scena con la regia di Luca De Fusco. A maggio torna l’Orchestra di Piazza Vittorio con il “Don Giovanni di Mozart. E non manca la nuova drammaturgia: tra gli altri, “Abisso” di Davide Enia, “Chi vive giace” di Roberto Alajmo, “456” di Mattia Torre, uno degli autori della serie tv Boris; un “Faust” secondo Vincenzo Pirrotta e il gradito ritorno di Elisabetta Pozzi con “Una bestia sulla luna” di Kalinoski; “Ifigenia in Cardiff” di Gary Owen, “L’ammazzatore” di Rosario Palazzolo.