I giudici del tribunale di Sorveglianza di Roma si sono riservati di decidere in merito all’istanza di scarcerazione per motivi di salute dell’ex senatore Marcello Dell’Utri presentata dai suoi difensori. La procura generale ha espresso parere negativo nel corso dell’udienza svoltasi a porte aperte. Dell’Utri, collegato in videoconferenza e che non ha fatto dichiarazioni, è attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia dove sta scontando una pena a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex senatore è affetto da una cardiopatia e una forma di diabete grave e a luglio scorso gli è stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata.

Nel corso dell’udienza i difensori dell’ex parlamentare, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi hanno spiegato che anche “il garante dei detenuti sostiene che sia il carcere che le strutture protette sono inadeguate per le cure di cui ha bisogno Dell’Utri”.

Rivolgendosi ai giudici della Sorveglianza i penalisti hanno aggiunto: “oggi ci offrite ancora una ipotesi impraticabile, cioè il ricovero nel Campus Bio-Medico di Roma: una soluzione che richiederebbe uno sforzo enorme per il Dap”.

Per la difesa dell’ex senatore “l’amministrazione penitenziaria avrebbe difficoltà a garantire 8 agenti al giorno per 3 mesi per piantonare Dell’Utri in una struttura pubblica. Alla luce di ciò chiediamo gli arresti domiciliari ospedalieri presso l’istituto Humanitas di Milano”.

“In questi giorni lo stanno salvando lo studio e la lettura di libri. Spero che i giudici prendano una decisione con serenità dopo avere analizzato tutti gli aspetti di questa vicenda” ha detto Marco Dell’Utri, primogenito dell’ex senatore Marcello, a margine dell’udienza del tribunale di Sorveglianza di Roma.

La vicenda della malattia di dell’Utri e dell’opposizione alla scarcerazione per motivi di cura reiterata da parte della pubblica accusa divide l’Italia. da una parte coloro i quali vogliono che resti in carcere e dall’altra chi sostiene che il carcere non è adatto alla cura e costituzionalmente non può essere utilizzato in questo modo.

La moglie Miranda Ratti intervistata dal direttore del Tempo Gian Marco Chiocci ha fatto sapere che l’ex senatore ha interrotto il suo digiuno “per un problema familiare che non ho mai dichiarato: abbiamo quattro figli, e una nostra ragazza ha sofferto per un lunghissimo periodo di anoressia, quindi aveva incominciato a digiunare ancora. Lui ha pensato bene che poteva essere troppo pericoloso per lei e quindi ha smesso”.