Demolita, stamani, su ordinanza del Comune di Carini, la cappella votiva abusiva con il simulacro di San Vito, patrono della città, edificata nei primi anni 90 alla rotonda, nei pressi dello svincolo autostradale che, fu regno del boss mafioso Nino Pipitone.
Una struttura che, all’epoca, venne eretta, secondo gli investigatori, proprio per rendere omaggio al capomafia della cosca locale che vi era devoto, con tanto di cerimonia di inaugurazione, festeggiamenti, eventi musicali e fuochi d’artificio. I carabinieri, però, l’estate scorsa, incuriositi da lavori di ristrutturazione in corso, avviando gli accertamenti del caso, scoprirono non solo che gli interventi avviati fossero sprovvisti di qualsiasi autorizzazione, ma che la cappella fosse sempre stata un’opera edilizia abusiva.
Da qui scattarono anche due denunce per abusivismo edilizio nei confronti della proprietaria del terreno e di un muratore del luogo che, raccogliendo fondi tra i devoti di San Vito, per una questione di fede, si era fatto avanti per sistemarla. Il cantiere venne bloccato. La notizia destò scalpore tra la comunità, che commentò polemicamente sui social, soffermandosi soltanto sulla simbologia religiosa dell’opera, per la presenza, appunto, del simulacro del patrono della città di Carini. Ma per gli investigatori quella cappella, in quel sito, aveva un significato ben diverso, legato alle proprietà e alla presenza nell’area del boss Nino Pipitone.
Le indagini, in ogni caso, hanno fatto il loro corso. Stamani è stata eseguita l’ordinanza di demolizione emanata dal comune di Carini, mentre dal punto di vista penale, l’indagine resta aperta
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