I cinefili in genere stanno gridando allo scandalo, i siciliani accennano un sorriso amaro e rassegnato. Come se le cose belle dovessero per forza finire. Aveva 130 anni la stazione di Lascari-Gratteri. Resa celebre dal film premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso”, è stata abbattuta per consentire il raddoppio del primo lotto della linea ferroviaria tra Fiumetorto e Castelbuono, che dovrebbe essere consegnato entro fine anno.

Una decisione ‘subita’ in un certo senso anche dal sindaco di Lascari, Giuseppe Abate, che spiega: “La nostra amministrazione, che si è insediata nel 2010, non ha potuto fare nulla per impedire una decisione approvata nel 2003. Resta però il rammarico di aver perduto un sito che appartiene al nostro patrimonio storico che ogni anno veniva visitato da diversi gruppi di turisti giapponesi che cercano il luoghi del film di Tornatore”.

Dalla stazione i treni hanno smesso di passare lo scorso 18 dicembre, quando è stata inaugurata la nuova fermata di Lascari che si trova ad appena 300 metri.

La vecchia stazione era stata attivata nel lontano 1887, ma la celebrità arrivò 101 anni dopo. Tornatore la scelse per una delle scene più toccanti della sua pellicola. Nella stazione di Giancaldo avviene l’addio tra Salvatore e l’amico Alfredo. Prima di salire sul treno che lo avrebbe portato per sempre lontano dalla sua Sicilia, il vecchio Alfredo gli dice: “Vattinni, non tornare più. Non ti fare fottere dalla nostalgia”.

Sulla vicenda interviene anche Davide Faraone, palermitano e sottosegretario alla Salute che sul suo blog esprime parole di profondo rammarico.

“La Sicilia ha un sistema infrastrutturale da Medioevo e bisogna modernizzarlo. Questa è anche una nostra battaglia. Ma nel farlo non bisogna sfregiarla. Era proprio necessario cancellare un pezzo della nostra memoria, un pezzo di Sicilia reso celebre da un film storico per far spazio al doppio binario?”

E ancora: “È la Sicilia che si fa male, la Sicilia senza futuro, “irredimibile” direbbe Sciascia, quella che dobbiamo lasciarci alle spalle al più presto perché ci fa vergognare. La Sicilia brutta. Non hanno demolito una palazzina abusiva, una di quelle che sfregiano la bellezza di questa nostra isola. I denti d’acciaio della ruspa e di una politica miope hanno azzannato e sbriciolato la stazione Giancaldo. Una decisione del 2003 formalmente per far spazio al passaggio del doppio binario. Ma era proprio necessario cancellare un pezzo della nostra memoria, un pezzo di Sicilia reso celebre da un film storico per far spazio al doppio binario?
La Sicilia ha un sistema infrastrutturale da Medioevo e bisogna modernizzarlo. Questa è anche una nostra battaglia. Ma nel farlo non bisogna sfregiarla. Sono convinto che si poteva raddoppiare la ferrovia senza cancellare questo pezzo di memoria”.

“Sì al futuro – conclude Faraone – sì alla modernità ed alle infrastrutture, dunque, ma senza dimenticare la storia, il passato, la memoria. La modernità si conquista sapendo chi siamo e da dove veniamo. La modernità è una ferrovia efficiente insieme ad una ‘stazione Giancaldo’ valorizzata e divenuta occasione di sviluppo, meta turistica, area di attrazione. Non può esserci l’uno senza l’altro, questo è ciò che dobbiamo capire”.