Conosciamo per caso Gabriele Cicirello, giovane attore palermitano diplomatosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma.
Il giovane artista decide di intraprendere la carriera teatrale negli ultimi anni del liceo, sicuramente influenzato dalla presenza in famiglia di due attori, il padre (Michele, in arte Michele Perricone) ed il fratello Paride.
«Per questo motivo – ci dice – da quando sono nato ho respirato l’aria di questo mondo fatto di poltrone e tavole di palcoscenico». Ha meditato a lungo, tuttavia, ci confida. Prendendosi del tempo prima di decidere di rinchiudersi dentro i velluti rossi dei palcoscenici. Ha terminato da circa un anno l’Accademia a Roma, dove ha incontrato grandi maestri, primo fra tutti Lorenzo Salveti, ex direttore dell’Accademia (fino al 2015, ndr) che tra i suoi allievi ha conosciuto il genio di affermati artisti, da Anna Marchesini a Sergio Castellitto, da Luca Zingaretti a Nicoletta Braschi.
Gabriele ci racconta, con l’entusiasmo della sua giovane età, di aver avuto la possibilità di imparare da registi come il tedesco Thomas Ostermeier (memorabile la sua asserzione secondo cui sia “lo spettatore a decidere il punto di vista”, ndr), Massimiliano Civica (“il teatro come vera e propria esperienza esistenziale”), come pure da Massimiliano Farau, Arturo Cirillo, Giorgio Barberio Corsetti e tanti altri ancora.
Con l’Accademia ha avuto inoltre la fortuna (meritata) di partecipare a due distinte produzioni con due registi internazionali, Robert Wilson (drammaturgo statunitense) e la palermitana Emma Dante (anche lei, in passato, allieva della stessa Accademia d’arte drammatica frequentata da Cicirello).
Con Robert Wilson è appena terminata la tournée al Piccolo Teatro di Milano (conclusasi lo scorso 20 ottobre) con lo spettacolo “Hamletmachine”, con testi di Heiner Müller, dramamturgo tedesco riconosciuto come massimo interprete di sceneggiature teatrali del secolo scorso dopo Bertolt Brecht. Cicirello, a dicembre prossimo, andrà in scena con lo spettacolo “Le Baccanti” di Euripide, per la regia di Emma Dante, al Teatro India di Roma.
Nel frattempo, si dedica a coltivare un suo «grande privilegio», quello di partecipare al prossimo film di Marco Bellocchio (dal titolo provvisorio “Il traditore”, ndr), nei panni del figlio del protagonista, Tommaso Buscetta, interpretato da Pierfrancesco Favino (ma Cicirello ha nel suo curriculum anche la partecipazione alla pellicola “il 7 e l’8” dei palermitanissimi Ficarra e Picone).
Si diletta inoltre a scrivere testi teatrali, l’ultimo dei quali è “Con tutto il mio Amare”, che ha avuto la possibilità quest’estate, dopo aver ricevuto una menzione speciale #cittàlaboratorio2017, di rappresentare al Festival delle Orestiadi di Gibellina, ricevendo un ottimo riscontro (e che a novembre andrà in scena a Palermo).
«Mi piace molto scrivere in dialetto, attingendo da quei quadri unici che Palermo regala. Per questo torno spesso in Sicilia. Cerco di frugare anche in quella visceralità e poesia che leggo nei testi di Franco Scaldati e che vedo negli spettacoli di Emma Dante». Ridonda in Cicirello junior la visceralità per i natali, per il padre, che riaffiora, appunto, nei suoi lavori, ad esempio in “Con tutto il mio Amare” e con autentico trasporto nel suo monologo “Caterina”, dove una figlia prende atto come il papà “na muntagna”, va sgretolandosi con il tempo per raggiungere quel cielo dove, da piccola, le mani del padre la proiettavano con sicurezza nel farla volteggiare. Perché davvero il teatro è quell’itinerario esistenziale che racconta l’uomo che è in ciascuno spettatore.
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