Palermo

Diminuisce l’indebitamento regionale, niente nuovi mutui per la Regione siciliana

Il governo Musumeci in tutto il 2018 e nei primi mesi di quest’anno non ha acceso nuovi mutui. Ciò ha consentito la riduzione del debito pubblico regionale che scende finalmente sotto i 5 miliardi ai livelli del 2010.

Il dato emerge dall’ultimo Bollettino sul fabbisogno finanziario aggiornato al 31 marzo 2019 e presentato stamattina dal vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao, assieme ai dirigenti dell’assessorato. Dal Bollettino, che ha ritrovato periodica pubblicazione da parte dell’assessorato, emerge che il debito pubblico regionale – costituito in senso stretto dal debito a carico della Regione per 4 miliardi 977 milioni di euro e dal debito a carico dello Stato per 121 milioni di euro – ammonta a 5 miliardi e 98 milioni, a cui vanno aggiunti i 2 miliardi 360 milioni di anticipazioni di liquidità da parte del Mef, per un totale di 7 miliardi 459 milioni.

L’indebitamento complessivo (debito + anticipazione) si riduce, quindi, rispetto allo scorso anno di 500 milioni, scendendo sotto la soglia di 7,5 miliardi, ben al di sotto degli 8 miliardi trovati dal Governo Musumeci all’atto dell’insediamento.

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Il dato più rilevante del Bollettino è quello relativo al debito a carico della Regione, pari a 4 miliardi 977 milioni di euro (sceso per la prima volta sotto i 5 miliardi), e che registra una diminuzione, rispetto al 30 settembre 2018, di 116,4 milioni, derivante dal pagamento a dicembre scorso delle rate dei mutui. Per il debito a carico dello Stato, oggi quasi estinto, la Regione riceve da Roma la copertura finanziaria che viene introitata in entrata del bilancio regionale.

Le anticipazioni di liquidità, 2 miliardi 360 milioni, sono prestiti che lo Stato ha concesso alla Regione, tra il 2014 e 2015, per estinguere debiti arretrati nei confronti degli enti locali e degli enti del settore sanitario. Un altro capitolo è dedicato alle operazioni finanziarie (slittamento al 2019 dell’acquisizione di beni immobili di proprietà della società terme di Acireale; acquisto di immobili dell’Istituto regionale del vino e dell’olio con risorse proprie regionali): la Regione non ha acceso altri mutui e non ha creato nuovi debiti.

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Parte importante del Bollettino è riservata alle operazioni di finanza derivata. La Regione nel 2005 decise di ristrutturare il debito, facendo ricorso ai cosiddetti “swap”, strumenti derivati per coprire i rischi dei tassi dei mutui già contratti. Oggi sono 5 i contratti swap che la Regione mantiene con Nomura, Bnl, Merrill Lynch, Deutsche bank e Unicredit, la cui gestione per l’Amministrazione rimane complessa. Man mano che si pagano le rate dei contratti derivati con le suddette banche, il valore degli swap diminuisce. La spesa annua dei derivati sul bilancio regionale è di circa 40 milioni di euro. Strumenti il cui onere finanziario è stato a carico dell’erario dei siciliani.

La Corte dei conti, infatti, nell’ultima relazione al Rendiconto ha scritto che, al 31 dicembre 2017, “in termini di soli maggiori interessi nel periodo di vita di tali “derivati” (2005-2017), la Regione ha sostenuto, rispetto a quanto dovuto alla Cassa Depositi e Prestiti, spese per 297,4 milioni di euro”.

In quest’ambito, il Bollettino ricorda che Cassa depositi e prestiti ha già rinegoziato i nove prestiti, confermando come la Regione siciliana è la prima in Italia ad avere predisposto un’operazione finanziaria che potrà azzerare i derivati e i relativi oneri (pari a circa 40 milioni annui) e far conseguire ai bilanci regionali futuri consistenti risparmi di spesa. “Occorre liberare i siciliani da questo peso divenuto insopportabile”, ha detto il vicepresidente.

La prima pubblicazione del Bollettino risale al 2012, quando l’assessorato all’Economia lo promosse in un’ottica di partecipazione dei cittadini alle vicende economiche e finanziarie della Regione. Dal 2013, però, la pubblicazione fu interrotta.

Dall’insediamento del Governo Musumeci è stata ripresa e i dati, offerti alla libera consultazione sul sito della Regione, saranno pubblicati in formato aperto (open data) per consentirne il riuso da parte degli utenti.
“Le amministrazioni finanziarie delle istituzioni pubbliche vanno valutate dalla Corte dei conti, dalle agenzie di rating, dai mercati, dai risparmiatori, ma soprattutto dai cittadini – scrive il vicepresidente della Regione nella presentazione -. E siccome il noto principio coniato da Luigi Einaudi, “conoscere per deliberare”, vale soprattutto per le decisioni economiche, la pubblicazione del Bollettino sul fabbisogno finanziario regionale non è solo una buona pratica, ma prima di tutto un dovere istituzionale verso i siciliani, verso coloro che solo da una Regione più credibile e stabile finanziariamente possono ricevere il sostegno che si attendono. La Regione, le sue competenze, le sue strutture – sottolinea Armao – hanno un senso se contribuiscono al riscatto dei siciliani, che prima di tutto deve essere sociale ed economico, altrimenti diventano autoreferenziali e vanno dismesse”.

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