Con il ritorno all’ora solare si scordano di modificare il temporizzatore delle luci del palazzo, una dipendente pubblica con grave disabilità resta improvvisamente al buio in bagno, nel cercare a tentoni le stampelle rovina per terra e si frattura il femore. L’ennesima, brutta storia sulla pelle di un portatore di handicap arriva da Palermo: vittima dell’assurdo infortunio sul lavoro, una palermitana affetta da una grave forma di poliomielite, che ora chiede giustizia e per questo si rivolta a Studio3A.

La donna è stata assunta nel 1991 nei ruoli del Ministero dell’Economia e Finanze in piazza Marina come categoria protetta. Fino al 2017 era assegnata al terzo piano del palazzo in questione, non riscontrando particolari barriere architettoniche. Successivamente, è stata assegnata al secondo piano e da subito sono emerse le difficoltà, come ad esempio la pesantezza della porta d’ingresso e l’assenza della zona dove stazionare durante le prove di evacuazione. Più volte ha presentato al direttore istanze per ritornare al terzo piano: sempre disattese. Nulla però in confronto a quello che la malcapitata ha dovuto subire il 31 ottobre 2019, alle 18, mezzora prima della fine dell’orario di lavoro, quando, recandosi in bagno, si è spenta improvvisamente la luce.

A quanto le sarebbe stato riferito successivamente, a giustificazione del blackout, con il cambio dell’ora, dalla legale al solare, dal 25 al 31 ottobre ancora non era stato regolato il temporizzatore e pertanto la luce si è spenta un’ora prima del previsto, alle 18 anziché alle 19.La signora è rimasta nell’oscurità pressoché totale. L’unica illuminazione era prodotta dalla luce di emergenza posta in corridoio che filtrava attraverso la porta socchiusa del bagno: l’antibagno infatti è sprovvisto di luce di emergenza. Essendosi recata ai servizi con le stampelle, la donna non aveva portato con sé nulla, neanche il cellulare da poter utilizzare come torcia. Nel tentativo di rialzarsi dal water, cercando inutilmente di afferrare il maniglione, non trovandolo al buio è caduta rovinosamente a terra.

Assalita da un dolore lancinante all’anca sinistra, è stata soccorsa dapprima dagli unici due colleghi presenti nel piano, uno dei quali responsabile della sicurezza dei lavoratori, che avevano sentito il rumore e i lamenti.Con l’intervento degli operatori del 118 è iniziato il calvario: la sedia ergonomica dell’amministrazione con le ruote bloccate, la pedana per disabili altrettanto bloccata. Pertanto, i due paramedici sono stati costretti a farla scendere e a portarla di peso fino all’ambulanza.

Condotta all’ospedale Buccheri La Ferla, alla dipendente disabile è stata diagnosticata una frattura transtrocanterica sinistra del femore, con una prognosi di dieci giorni. Valutata la tempistica dell’intervento il 2 novembre la paziente ha deciso di affrontare ben venti ore di viaggio con un’ambulanza privata, a proprie spese, per raggiungere l’ospedale di Rovereto (Trento), all’avanguardia per l’Ortopedia e la Traumatologia. Infatti i medici hanno constatato che la frattura del femore era in realtà più grave di quella inizialmente riscontrata, di tipo pertrocanterico con frammenti scomposti, per una prognosi di almeno 30 giorni e la necessità di sottoporsi immediatamente a un intervento chirurgico. 

Il 4 novembre è stata dunque operata e a tutt’oggi è in convalescenza: la fase riabilitativa prevede tempi lunghi.Superata la fase operatoria a post-operatoria, il 28 gennaio 2020 la danneggiata ha deciso di presentare denuncia presso la Questura di Palermo e, per maggiore tutela, attraverso il consulente personale Alessio Tarantino, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, al fine di individuare e perseguire i responsabili delle gravi lesioni personali patite.