Per sei anni ha vissuto nell’orrore. Alla fine si è decisa e si è presentata insieme al padre per denunciare il convivente che tra il 2010 e il 2016 che con violenza e minacce l’ha costretta a prostituirsi in cambio di 20 euro o cibo.

La protagonista di questa terribile storia che viene dalla provincia di Palermo, è una giovane di 28 anni affetta da disabilità psichiche.

Quello che sembrava un idillio e un vero amore si è trasformato in incubo, fatto per anni di botte e segregazioni.

L’aguzzino un 51 enne di origini marchigiane che aveva sbarrato porte e finestre e chiudeva la giovane con un lucchetto dall’esterno.

Dopo lunghe indagini condotte i carabinieri della compagnia guidati dal capitano Marco Pisano e coordinate da procuratore Sirio De Flammineis si è arrivati all’arresto dell’uomo firmato dal Gip, Roberto Riggio,

I reati contestati al convivente sono riduzione in schiavitù; induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché di lesioni nei confronti della donna anche in un periodo in cui era in gravidanza.

I carabinieri hanno sentito 30 clienti della disabile costretta a prostituirsi. La giovane era costretta a praticare rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo appuntamenti e modalità concordate dal compagno, spesso all’interno della loro abitazione, ma anche in aperta campagna e dentro autovetture.

Il compenso delle prestazioni era di 20 euro per ogni rapporto sessuale. Soldi che servivano per pagare l’affitto e comprare generi alimentari.

Quando la donna si rifiutava erano botte.  Due volte la donna è andata in ospedale in strutture sanitarie in provincia di Palermo per essere medicata: in un’occasione le è stata diagnosticata la frattura del setto nasale; nell’altra, oltre ad un trauma cervicale, i medici le comunicavano l’interruzione della gravidanza.