Sono 12 i siciliani che sono rientrati in graduatoria dopo i ricorsi davanti al giudice del Tar in tre grandi concorsi, ministero della Giustizia, Ufficio del processo e ministero dell’Istruzione, assistiti dagli avvocati Francesco Leone e Simona Fell. I candidati erano rimasti fuori in un primo momento fuori, proprio a causa della presenza di quesiti errati. Graduatorie falsate e candidati esclusi ingiustamente o relegati a posizioni più basse.

Le domande errate al concorso per il Ministero della Giustizia

La presenza di domande errate o fuorvianti nei concorsi pubblici è un’annosa vicenda che comporta spesso una sfilza di ricorsi, ritardi e sospensioni delle procedure concorsuali, o a stravolgimenti delle graduatorie. Una serie di domande annullate alla prova scritta del concorso per 5410 unità al ministero della Giustizia ha portato persino all’assunzione di alcuni ricorrenti che in un primo tempo non avevano raggiunto il punteggio necessario per ottenere l’incarico desiderato. Una delle ultime domande contestate riguardava il numero di fasi del procedimento di revisione costituzionale, ma tra le opzioni mancava la risposta esatta. Scrivono i giudici amministrativi: “Secondo una lettura più che rigorosa le fasi da considerare sarebbero (addirittura) sei (opzione non presente nel quesito). In accoglimento del ricorso, dal punteggio riportato dal ricorrente va eliminata la penalità e aggiunto il punteggio relativo alla risposta esatta”.

Errori anche alla selezione per assetti all’Ufficio del processo

Stesso discorso anche per il concorso bandito per l’assunzione di 8.171 addetti all’Ufficio del processo. Anche in questo caso diverse domande erano errate e venivano considerate dalla matrice come corrette opzioni di risposta sbagliate. E anche in questo caso, i ricorrenti hanno ottenuto, grazie a un ricorso, l’aggiornamento del proprio punteggio e l’assunzione dall’amministrazione.

Strafalcioni nel concorso per funzionari del Ministero dell’Istruzione

Infine, anche per il concorso per 304 funzionari al ministero dell’Istruzione, i giudici amministrativi hanno confermato la presenza di domande errate, obbligando l’amministrazione all’aggiornamento del punteggio e a inserire il ricorrente nella corretta posizione della graduatoria. Un aumento che non gli è fruttato l’assunzione, bensì un miglior piazzamento in vista di futuri scorrimenti.