Si riaccende la speranza per i bambini che frequentano l’Associazione di Volontariato Madre Serafina Farolfi di Palermo, nel quartiere Capo. La struttura, che accoglie nel pomeriggio i bambini disagiati, con doposcuola, attività sportive, giochi ed affetto, togliendoli dalla strada e dai pericoli dell’indigenza, è al collasso per mancanza di risorse.

Qualche giorno fa BlogSicilia aveva raccolto l’accorato appello di Aurora Amodio Mangano, la volontaria ispiratrice di questo circuito di beneficenza, che nel 2000 ha ricevuto in gestione dal Comune i locali di via Filippone.

GUARDA IL VIDEO 

Ladri e vandali erano entrati nella struttura rubando e danneggiando quanto potevano.
Avevano portato via persino il frigorifero e la cucina dove venivano conservati e preparati gli alimenti per la merenda dei bambini.

Grazie al buon cuore dei palermitani, alla struttura sono stati adesso donati un nuovo frigo ed una cucina, e dopo tanti inviti mai andati a buon fine, stamane all’associazione di volontariato è arrivato anche il sindaco Orlando, che ha promesso un aiuto concreto e maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale.

“Sono qui per dire grazie al volontariato di questa città – ha detto il primo cittadino – per dire grazie a quanti si impegnano e hanno cura dei bambini, al Capo come ogni altra parte della città. Faccio un appello ai palermitani affinché vengano incontro alle esigenze di questo centro donando quanto possono e invito coloro che vivono questo spazio ad accreditarsi al Comune per consentire al Comune di intervenire in maniera ufficiale attraverso le risorse finanziarie e le leggi previste. Questo è un esempio importante di sinergia tra associazioni di volontariato ed amministrazione comunale”.

Fortemente fiduciosa Aurora Amodio Mangano: “Mi aspetto che il sindaco mantenga le sue promesse. Per far andare avanti il centro servono soldi ed il comodato d’uso da parte del Comune. Senza aiuto sarei stata costretta a chiudere a giugno”.

Una prospettiva fortemente temuta dai tantissimi bambini, tra gli 80 ed i 90, molti dei quali stranieri, che ogni pomeriggio si recano al centro. “Chiudere – conclude la volontaria – significa lasciarli per strada, e non possiamo permetterlo, perché tutti questi bambini sono il futuro della nostra città”.