Sono scattati i controlli a tappeto per la donna morta a Palermo a 40 anni dopo una settimana di febbre e positiva al Covid19.

La donna una straniera di 40 anni, ma residente da anni nella zona di via Perez, che lavorava come badante: un particolare che ha fatto scattare l’allarme proprio perché, per via della sua professione, la donna ha accudito anziani e persone in stato di fragilità esposte al virus.

L’Asp ha fatto partire immediatamente gli interventi di contenimento mettendo in isolamento chi ha avuto contatti con la quarantenne: a chiamare i sanitari del 118 è stato un conoscente ma sono intervenuti anche la polizia e il medico legale che, su disposizione del magistrato, ha effettuato il tampone che ha rivelato l’infezione.

C’è un nuovo positivo anche all’ospedale di Villa Sofia, il terzo in pochi giorni: ci sono voluti due tamponi prima di accertare il contagio da Covid-19. La paziente, ricoverata nell’osservazione breve intensiva del Pronto Soccorso, aveva eseguito un primo esame ma l’esito era stato negativo. A svelare la presenza del Coronavirus è stata una Tac polmonare che ha mostrato una polmonite bilaterale invitando i medici alla prudenza. Il personale sanitario ha fatto così il secondo tampone ma questa volta il responso è stato positivo e a questo punto il Pronto soccorso è stato sgomberato. I locali sono stati sanificati, tutti coloro che si trovavano in reparto hanno dovuto fare il tampone e, come prevede il protocollo, la donna è stata trasferita al Covid Hospital del Cervello.

Giovedì a Villa Sofia si era già verificato il caso di un migrante trovato con il Coronavirus a Neurochirurgia e subito portato con l’ambulanza di biocontenimento a Malattie Infettive del Cervello mentre venerdì era stato individuato come positivo un uomo che stava per essere operato in Chirurgia plastica e Maxillo-facciale.

Il medico si era accorto di una leggera febbre facendo così eseguire il tampone che ne aveva confermato la positività: per limitare la diffusione del Covid-19, la direzione dell’azienda ospedaliera ha disposto la sospensione delle visite ai pazienti. Ma la «maledizione» sembra aver preso di mira anche le società partecipate del Comune.

Dopo il focolaio della Rap, che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, con dieci capi settore colpiti dal virus e l’episodio dell’Amat, l’azienda del trasporto urbano, con un addetto contagiato; anche un dipendente del servizio idrico fornito dall’Amap, con funzioni di turnista al potabilizzatore in uscita dall’invaso dello Jato, è positivo al tampone. Il test sierologico sull’operaio – al suo posto fino allo scorso 28 agosto – era stato negativo ma avendo sintomi influenzali l’uomo ha poi deciso di sottoporsi al tampone che ha evidenziato la malattia. Non è raro, infatti, che il sierologico possa fornire un risultato falsato, soprattutto se il soggetto ha contratto da poco tempo il Covid e gli anticorpi ancora non si sono formati: per precauzione, considerando quindici giorni a ritroso, a partire dal 14 agosto e sulla base delle timbrature sono stati identificati gli altri dipendenti che hanno condiviso anche per poche ore i turni di lavoro con il lavoratore.

Sono sei colleghi, che oggi saranno sottoposti a tampone in un laboratorio privato, ai quali l’azienda ha comunicato di restare a casa fino a quando non arriveranno i referti: nel frattempo saranno sostituiti da altri per assicurare la funzionalità del depuratore che serve l’area nord-ovest di Palermo e della provincia. L’Amap ha annunciato che sottoporrà tutto il personale al tampone, partendo da quelli che ricevono il pubblico e che servono le aree strategiche, avvalendosi dell’Asp di Palermo ma anche facendo ricorso ai laboratori privati,

Oggi partono invece gli esami su larga scala organizzati dalla Rap: finora dei novanta tra tamponi e test sierologici, 55 sono negativi ma l’azienda sanitaria provinciale e l’ospedale Buccheri La Ferla installeranno un presidio nell’autoparco di Brancaccio che dovrebbe sfornarne cento al giorno, più quelli che saranno processati in un laboratorio privato. L’obiettivo è di realizzare uno screening completo per arginare il cluster che rischia di mettere in ginocchio le operazioni di raccolta dell’immondizia per le strade: «La situazione è critica – ammette il presidente Giuseppe Norata – siamo in contatto con il sindaco e il Prefetto per monitorare l’evoluzione della vicenda ma speriamo che i controlli sui nostri 1800 dipendenti possano riportare la serenità nelle loro famiglie e di riuscire a garantire un servizio efficiente ai cittadini».

Infine è partito il tracciamento anche all’Amat: oltre alla sanificazione straordinaria, già compiuta, da mercoledì partiranno i test per tutti i dipendenti nella speranza che non cresca il numero dei contagiati.