Tra i racconti spesso dimenticati riguardo la storia del lavoro femminile, emerge la vicenda delle Gelsominaie di Sicilia e Calabria: donne raccoglitrici di gelsomino, che tra la fine dell’Ottocento e gli anni settanta del Novecento, sono diventate simbolo della lunga e ancora oggi combattuta battaglia per i diritti delle donne. A raccontarla è il libro “Gelsominaie, storie di donne, lotte, fiori e profumi” presentato nella sede della Cgil Sicilia (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) a Palermo, scritto da Santi La Rosa e Venera Tomarchio.
La storia delle gelsominaie
Grazie alle testimonianze e ai vari documenti, l’opera ricostruisce il coraggio delle donne della Piana Milazzese, che sfidarono lo sfruttamento nel lavoro agricolo, opponendosi alle dure e pessime condizioni in cui erano costretti a lavorare: turni notturni con il corpo bagnato, le paghe inferiori rispetto agli uomini (appena il 60%) e la totale assenza di tutele. Una condizione di sfruttamento che sfociò in uno sciopero di 9 giorni, nel 1946, che portò dei grandi miglioramenti: le lavoratrici ottennero migliori condizioni di lavoro dando anche un contributo a importanti riforme legislative sul lavoro. Il libro cita anche le figure che si distinsero in questa lotta e indaga sull’utilizzo del gelsomino nei profumi soprattutto in Francia e Italia.
Il coraggio delle donne
Durante la presentazione, Gabriella Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia, ha sottolineato come la lotta delle gelsominaie rappresenti un vero laboratorio di azione collettiva, ribellione e conquista di diritti. “A loro si deve il coraggio di avere denunciato le malattie professionali e una condizione di sfruttamento che oggi ancora si ripropone, sotto nuove forme”, ha affermato Messina.
Secondo i dati dell’Istat, la donna, soprattutto se giovane e madre siciliana, è ad oggi tra le figure più colpite della povertà e precarietà in Italia. Da ciò possiamo capire quanto ci sia ancora da fare per il superamento delle discriminazioni di genere. Gabriella Messina ha evidenziato che i contratti a tempo determinato, il part-time involontario e la mancanza di tutele colpiscono in particolare le lavoratrici, e proprio per questo motivo è fondamentale votare Sì al referendum contro la precarietà, per la sicurezza sul lavoro e per il reintegro in caso di licenziamento illegittimo.
Proprio come nel 1946, quando le gelsominaie si ribellarono con lo sciopero, oggi la battaglia per i diritti passa anche dalle urne. L’8 e 9 giugno, il voto può diventare lo strumento di una nuova rivolta pacifica per l’emancipazione e la giustizia sociale.






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