Nel Catanese l’80% degli edifici scolastici non è in regola con le norme anti sismiche. Non lo dice una associazione di genitori, un partito di opposizione, un sindacato o un collegio di esperti. lo certifica il Ministro delle Infrastruttura Graziano Delrio.

Lo ha detto ieri a Catania a margine della festa dell’Unità dopo aver fatto un giro di sopralluoghi per il capoluogo etneo. Catania e il suo comprensorio per il Ministro sono un esempio per il Sud nel settore delle opere pubbliche eppure c’è questa grande pecca che non è certamente solo catanese e che oggi, più che mai, inquieta i genitori degli studenti alla luce della tragedia terremoto nel centro Italia.

Una situazione generalizzata nel Paese. Secondo uno studio del dicembre scorso l’edilizia scolastica in Italia non gode di buona salute: degli oltre 41mila edifici scolastici statali, numerosi avrebbero bisogno di manutenzione ordinaria o straordinaria, come varie indagini statistiche hanno rilevato e come periodicamente viene ricordato da episodi più o meno gravi.

In particolare, secondo una indagine di Cittadinanzattiva, quattro edifici su dieci hanno una manutenzione carente e il 15% delle aule presenta distacchi di intonaco o segni di fatiscenza. Questo in presenza di condizioni ordinarie e senza parlare di rischio sismico.

A fronte di ciò a marzo scorso la regione siciliana aveva annunciato una pioggia da 50 milioni di euro per l’edilizia scolastica. Una goccia nel mare dei problemi ma comunque un intervento importante. Quantomeno un modo per iniziare a sistemare qualcosa. Altri 82 milioni erano stati annunciati attraverso il Piano mutui dal sottosegretario all’istruzione Davide Faraone a Giugno durante una serie di incontri a Messina ma l’ultima notizia che arriva è quella del 6 agosto, quindi meno di un mese fa, quando è l’Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni a denunciare che almeno 34 milioni, circa il 50% della cifra stanziata per l’edilizia scolastica dal Cipe sul piano di azione e coesione, potrebbe andare perso.

E’, dunque, in questo clima che fra due settimana, esattamente il 14 settembre, si apre l’anno scolastico fra scuole fatiscenti ed edilizia scolastica ferma e con l’aggravante della paura che deriva da quanto successo con il terremoto. Nei giorni scorsi in più di una occasione ci siamo chiesti quali sarebbero state le conseguenze in Sicilia, terra sismica, di una simile scossa e le risposte degli esperti non sono stato affatto confortanti con la denuncia dei geologi secondi i quali il 60% dei vecchi edifici non è sicuro. Ora ci si chiede anche cosa sarebbe successo alle scuole?