Euro 2032, Palermo è in fuorigioco. Ed è tutta colpa dello Stadio di calcio. Siamo fuori da quel nuovo rinascimento italiano che dovrebbe passare per i campionati europei di calcio del 2032.   E’ una storia tutta da scrivere. Il 10 ottobre la UEFA deciderà se dare segnale verde alla proposta italiana. Ce la vediamo con la candidatura della Turchia, che sembra però decisamente in vantaggio.

Facendo i debiti scongiuri e sperando che non passino i turchi, se Europeo 2032 sarà, la pillola da inghiottire per i tifosi siciliani risulterà ancora più amara. Lo stadio di Palermo è fuori dalla rosa dei dieci stadi destinati ad ospitare lo show calcistico continentale.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha spiegato l’esclusione di Palermo con una motivazione “green”  che non ha convinto nessuno: tra Sicilia e Sardegna ha scelto la Sardegna perché giocare in due isole sarebbe stato antieconomico e anti ambientale. Secondo Guido Monastra, voce e volto del calcio per antonomasia,  “l’esclusione di Palermo sorprende fino a un certo punto. Sul piano geopolitico è una scelta abbastanza strana perché poi una parte rilevante del Sud Italia e non è una bella immagine che dia anche le giustificazioni che sono arrivate, cioè quella di non mettere due isole nel calendario regge fino a un certo punto per motivi organizzativi. La verità vera che lo stadio di Palermo non offre garanzie è soprattutto la cosa che mi pare di capire leggendo fra le righe. Nessuno lo dice, ma si intuisce che non c’è neanche la fiducia che tutto ciò possa essere fatto in poco tempo. In realtà poi andavano portati dei progetti esecutivi, visto che c’era poco tempo e il Palermo non era pronto, mentre Cagliari, ad esempio, era pronto.

Schifani e Lagalla, la rabbia dei politici per l’esclusione del “Renzo Barbera” dal progetti Figc Euro 2032

Da Schifani a Lagalla i politici siciliani hanno protestato e la Figc ha tentato di mettere una toppa, spiegando che, in un modo o nell’altro, Palermo rientrerà tra le città che faranno parte del percorso per portare a casa l’Europeo di calcio. Cosa c’è dietro questa scelta? Un dato oggettivo per l’esclusione c’è. Dipende dallo Stadio. Inaugurato per le notti magiche dei Mondiali Italia 90, il “Renzo Barbera” non rispetta i parametri Uefa per le manifestazioni internazionali. E’ un dato di fatto. Basti pensare che i seggiolini dello stadio non sono a norma per le competizioni internazionali.

E’ una storia che dura praticamente da sempre, come ricorda il cronista della Gazzetta dello Sport, Fabrizio Vitale: “quello dello stadio, è un problema che la città si porta dietro da anni. In questa città c’è stato un presidente come Maurizio Zamparini, che durante il suo interregno avrebbe voluto realizzare uno stadio nuovo, ma la politica non glielo ha concesso. Oggi Zamparini non c’è più, lo stadio nuovo sarebbe rimasto. E’ un aspetto che ha molte facce a livello di responsabilità:  dal punto di vista politico per le varie amministrazioni che si sono avvicendate c’era. L’altra faccia è quella di chi ha avuto anche in gestione lo stadio negli ultimi anni, compreso Zamparini, di manutenzioni straordinarie fatte e non fatte, di convenzioni con canoni agevolati e canoni che dovevano essere di altra natura”.  

L’esclusione era nell’aria

L’esclusione di Palermo dalla lista che la Figc ha consegnato per la candidatura ad Euro 2o32 era nell’area. Anche il Comune, proprietario dell’impianto, ne era consapevole. Alla vigilia del closing della proposta italiana alla Uefa, la giunta comunale ha  approvato una delibera (la n.101 del 6 Aprile 2023) per avviare – così è intitolato l’atto – un processo di ristrutturazione profonda dell’impianto, che non rispetterebbe i parametri richiesti dall’UEFA, in caso di assegnazione all’Italia del torneo.

100 anni e passa di storia per uno stadio che mostra i segni del tempo

Lo Stadio di Palermo è un po’ vecchietto. L’anno scorso ha celebrato i 100 anni di vita nel mezzo del parco della Favorita. Una volta si chiamava Stadio Littorio, in onore al regime di quel tempo. Poi dopo la seconda guerra mondiale nacque la leggenda della Favorita. Tra rattoppi e crepe si arriva sino alla fine degli anni ottanta, quando l’Italia del calcio spenderà 1250 miliardi di lire per il mondiale delle Notti Magiche. Il conto, in mutui e balzelli, lo abbiamo pagato fino a dieci anni fa. Anche a Palermo arriva una fetta consistente di quel finanziamento.  Per la ristrutturazione della Favorita si spenderanno 43 miliardi delle vecchie lire. Per rifare il look allo stadio si corre. Troppo: ad agosto del 1989 un ponteggio crolla e causa la morte di cinque operai. Di quel Mundial nel segno di Totò Schillaci, a Palermo si giocheranno soltanto due partite. Da allora sull’impianto è stato fatto poco o nulla:  oggi, gli interventi minimi per rimettere in sesto lo stadio servirebbero tra i 6 e gli 8 milioni di euro. Ne vale la pena? Probabilmente no. Serve uno stadio moderno. Non è un caso quindi che negli anni, i vertici del Palermo calcio che si sono susseguiti nel tempo hanno sempre pensato alla possibilità di ristrutturare l’impianto o creare uno stadio nuovo. Ci aveva pensato Zamparini, ma il suo progetto rimase al palo. E ad un nuovo catino per la passione dei tifosi calcistici pensa anche il nuovo proprietario del Palermo, il  Mancherster City Group.

Monastra, “da 35 anni sento parlare di stadio nuovo”

Anche una vecchia volpe del giornalismo sportivo come Guido Monastra s’è stancato di sognare. “A Palermo io sento parlare di stadio da 35 anni, cioè da prima che arrivassero i Mondiali. La ristrutturazione dell’impianto. Bisognava poi smontarlo, smontare il pallone tutta una serie di cose che poi non sono avvenute. Migliorie che non ci sono mai state, anche nell’ultima volta che è venuta la Federazione con l’Italia per una partita decisiva per il Mondiale, eravamo con uno stadio che faceva acqua da tutte le parti e lo dico a ragion veduta perché c’erano anche delle perdite. Dalla tribuna si sono fatti dei lavori di rattoppo, ma mai un progetto organico. E mi sorprende che ci sorprendiamo poi alla fine, perché in 33 anni, alla fine, cosa si è fatto per mettere a posto lo stadio realmente? Per dare un senso compiuto a uno stadio che secondo me è e resta uno dei più belli, almeno in teoria,  se non avesse dei problemi strutturali”.

Qualcosa si dovrà fare e i soldi in arrivo con gli Europei –Turchi permettendo – sarebbero la più ghiotta delle occasioni per rifare l’impianto sportivo. Per questo l’esclusione dalla lista delle città titolari brucia sulla pelle. Il Sindaco di Palermo contesta l’estromissione della città dalla lista dei “titolari”. A dire del primo cittadino, la scelta sarebbe stata dettata anche dalla politica. Secondo Lagalla ci sono almeno altri cinque stadi tra quelli scelti dalla Federazione in condizioni eguali o addirittura peggiori di quello di Palermo.

Lagalla e la polemica con Damiano Tommasi

A chi si riferisce Lagalla quando parla di intrusione politica? Il riferimento è a Damiano Tommasi, ex calciatore, ex sindacalista dei calciatori ed ex consigliere federale Figc. Ma soprattutto attuale Sindaco di Verona: la città di Giulietta e Romeo è nella lista delle città titolari.

L’esclusione dalla possibile kermesse continentale pesa perché il calcio non è più soltanto uno sport. E’ entertainment e muove una valanga di soldi. In caso di aggiudicazione dell’europeo 2032, verranno stanziati miliardi su miliardi per rifare il look agli stadi italiani e alle infrastrutture logistiche.

Per Palermo una “panchina” con vista sui finanziamenti

Per questo, la scelta FIGC di tenere Palermo in panchina sembra la promessa di un ristoro quanto meno in termini di investimenti se l’Italia dovesse aggiudicarsi la disputa degli Europei. Almeno così si spera dalle parti di Palazzo delle Aquile. “Riguardo agli Europei, è molto probabile che Palermo non ci sarà. Prima di tutto perché bisogna vedere se l’Italia si aggiudica gli Europei del 2032. L’aspetto, diciamo positivo, si piange con un occhio. Solo che nel caso di assegnazione la mini ministro Boschi, il ministro dello Sport Abodi ha fatto capire che comunque, essendo Palermo una città cosiddetta riserva, usufruiva degli stessi stanziamenti degli altri impianti”, è il punto di vista di Fabrizio Vitale.

Euro 2032, Italia segna il passo è favorita la Turchia

 Il problema degli stadi di calcio esiste. Ed è un problema tutto italiano. Abbiamo stadi vecchi e poco confortevoli. Da trenta anni non si fa più nulla, salvo qualche iniziativa sporadica da parte di privati. Rispetto all’Europa siamo indietro: nel Vecchio continente tra il 2007 e il 2021 sono stati costruiti 187 impianti. Quei 22 miliardi investimenti hanno rilanciato la passione, generando un aumento dell’affluenza del 50% e creando flussi e ricavi extra-partite perché gli impianti sono in modalità open tutta la settimana. Nella realizzazione degli stadi l’Italia è scivolata oltre il decimo posto in Europa, sorpassata da Polonia, Ungheria, Israele e Turchia. Ecco proprio da quella Turchia pronta a farci la festa e a spegnere sul nascere il sogno tricolore di Euro 2032.

Male che vada ci consoleremo con la musica. Allo Stadio Renzo Barbera il grande show dell’estate non è nel nome del Dio pallonaro. Sul manto erboso del campo sotto Monte Pellegrino è atteso a giugno Vasco Rossi, la più amata delle rock star italiane. Anche in questo caso non mancano le polemiche, Ma questa è un’altra storia.

 

 

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