Un Falco pellegrino recuperato dal Corpo Forestale della Regione Siciliana nel territorio di Monreale.

A portare i Forestali sul posto sono state due persone che, nel corso di una passeggiata, hanno notato, in terra, il povero animale con l’ala amputata.

Il Falco, appartenente come tutti gli uccelli rapaci ad una specie protetta dalla legge, è stato consegnato alle cure del Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, gestito dalla LIPU per conto dell’Azienda Foreste demaniali. Inutile dire che il Falco non tornerà più a volare. L’ala era stata letteralmente spappolata.

Secondo Giovanni Giardina, responsabile del Centro di Recupero di Ficuzza, l’ipotesi più probabile è quella di un colpo esploso da un’arma di precisione, probabilmente una carabina. “Nel Centro, nel corso degli anni, di animali colpiti da arma fa fuoco ne sono arrivati parecchi – spiega Giardina – Ritengo che un colpo di carabina sia compatibile con il tipo di ferita riportata. Un fatto grave probabilmente causato da una persona che ha puntato l’arma sul Falco posato su una cengia rocciosa. E’ veramente un peccato dovere ancora oggi assistere ad episodi di questo genere”.

Le carabine vengono in genere utilizzate per cacciare i cinghiali. Potenti ed a lunga gittata, consentono di potere centrare un animale a distanze considerevoli.

Il rapace sarà curato ed accudito presso il Centro.

Proprio in questi giorni, il Centro di Recupero di Ficuzza compie venti anni di attività. Tutto, infatti, è iniziato il 27 dicembre 1996 grazie alla collaborazione tra la LIPU e l’Azienda Foreste. Da allora gli animali ricoverati sono stati ben 24.000. Prossimi alla metà quelli recuperati e che sono tornati in natura. Un finale, quest’ultimo, impossibile per il Falco pellegrino di Monreale.

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