• Appassionante racconto in musica per chiudere l’anno scolastico del Convitto “Giovanni Falcone” di Palermo
  • “La Cura” il titolo del concerto eseguito dagli alunni
  • L’esibizione trasmessa in streaming

Un racconto in musica per chiudere l’indirizzo musicale del Convitto nazionale “Giovanni Falcone”. “La Cura”, il titolo del concerto ispirato al libro “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono.

Protagonisti gli studenti, il concerto trasmesso in streaming

Protagonista dell’esecuzione, trasmessa in streaming, l’orchestra MusiConvitto formata da studenti della secondaria di primo grado, 1C, 2B, 3A. L’evento è stato coordinato dai docenti di strumenti Deborah Conte, Giorgio Garofalo, Giuseppe Mazzamuto, Gabriele Ruggeri, Rosanna Safina, Simona Spinelli; direttore d’orchestra Giuseppe Mazzamuto, voce recitante Raffaele Esposito, voci soliste Sonia Terranova e Filippo Cottone, chitarra solista Alessandro Panicola.
Un’iniziativa voluta con convinzione dalla rettrice Cettina Giannino, al suo primo anno alla guida del Convitto, che della “cura” per il prossimo, per le nuove generazioni, così come per l’ambiente fa il suo leitmotiv di impegno pedagogico. Coinvolte nell’organizzazione Tiziana Schiavo e Paola Macaluso e le educatrici Ines Canzonieri, Luana Cimino, Monica Scalici.

Il tema della cura nei mesi della pandemia e l’impegno della scuola

Il tema della cura, al centro del racconto musicale ideato dal Convitto, si è imposto con ancora più urgenza nei mesi della pandemia, quando la scuola ha avuto il difficile compito di prendere per mano alunni e famiglie, traghettandoli verso l’auspicata normalità. “La stagione della semina”, il titolo dell’intervento della rettrice.
“Un tema – ha detto Cettina Giannino introducendo l’evento – per nulla scontato e appassionante che diventerà il focus della formazione per docenti, educatori e tutti gli attori del territorio che vogliono condividere con noi questa stagione. I semi della cura verranno piantati ovunque come il pastore solitario protagonista del libro di Giono, una parabola sul rapporto uomo natura, una storia esemplare dietro la quale abbiamo trovato un messaggio profondo capace di essere contagioso e di propagarsi nell’animo e nella cultura. Ripensare la scuola e i servizi educativi come luoghi di cura significa mettere al centro la persona che è nell’alunno, nel docente, nel collaboratore scolastico, nel personale delle segreterie. Significa educare gli alunni a prendersi cura del mondo, delle persone e dei luoghi che incontrano. Perché si diventa uomini solo ricevendo cura e imparando ad avere cura a nostra volta”.

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