Fenicotteri, diverse specie di rapaci, tra cui una rarissima Aquila di Bonelli recentemente impallinata, volpi ed altri mammiferi fino ad arrivare a tartarughe di mare e testuggini di terra.

Sono solo gli ultimi esempi di fauna selvatica recentemente recuperata in Sicilia ed affidata a Centri specializzati. L’importante compito della salvaguardia della fauna selvatica siciliana è stato da sempre affidato agli uffici regionali. Questo in virtù dell’autonomia. Mentre in quasi tutte le altre Regioni erano le ex Province ad occuparsi di caccia e tutela della fauna, in Sicilia la Regione provvedeva, per alcuni compiti, con le Ripartizioni Faunistico Venatorie istituite su base provinciale.

Poi è arrivato Renzi che ha abolito le province e le sue Polizie, senza però prevedere, almeno per i compiti di vigilanza, un nuovo corpo in grado di far fronte al bracconaggio e ad altre emergenze ambientali. Molte funzioni sono così passate  alle Regioni a statuto ordinario che in tal maniera, quasi per coincidenza, si ritrovano più simili alla autonoma Sicilia.

La Sicilia, però, va sempre per la sua strada. Quello che prima era un finanziamento (quasi) regolare in favore dei Centri riconosciuti, stabilito con un apposito capitolo in bilancio, le cose, da qualche anno a questa parte, sono cambiate. La fauna, però, sia essa impallinata o incidentata continua ad arrivare e la Regione, per legge, dovrebbe provvedere.

Come? Quello che prima era un finanziamento forse un po’ a singhiozzo ma comunque impostato sulla certezza della spesa, è ora diventato quantomeno traballante costringendo i Centri a veri e propi salti mortali con pericolo di caduta finale. Dove questo non è avvenuto si deve in gran parte ai contributi dei volontari.

Di fatto solo tre Centri (ne dovrebbe esistere uno per provincia) ricevono piccole elargizioni dall’Azienda Foreste, mentre per tutto il resto si accede ad un sistema contributivo basato sull’approvazione di progetti. In pratica si deve sapere progettare, senza alcuna garanzia di copertura della spesa. Il finaziamento, nel caso approvato, arriverà poi a spesa fatta.

Gli animali, però, quando arrivano nei Centri sono sfacciatamente senza soldi. Questo, però, sembra che non sia a tutti chiaro