Palermo

Fava in crescita, Micari stabile e forbice che si allarga fra Cancelleri e Musumeci: i sondaggi riservati in mano al centrodestra

Scoppia la fiducia in casa centrodestra dopo l’ufficializzazione della candidatura di Claudio Fava che domenica è stata incoronato dalla base della sinistra estrema. A dare forza alla speranza di tornare al governo a partire dalla Sicilia sono i sondaggi riservati realizzati per conto di Forza Italia e destinati a restare solo strumento di organizzazione interna del partito.

Un sondaggio che parte dal possibile risultato elettorale proprio degli azzurri che in Sicilia sarebbero dati al 15% e, in base a questo ipotetico risultato, sarebbero il secondo partito siciliano dopo i 5 stelle. Ma sarebbero anche il primo partito della coalizione cosa alla quale Miccichè punta parecchio soprattutto per il futuro in vista delle decisioni che riguardano la leadership della coalizione.

Fiducia alle stelle anche sul voto di coalizione. Il centrodestra unito raggiungerebbe addirittura il 38% anche se da questo dato va detratto, probabilmente, un 3-4% di dispersione del voto sul presidente corrispondente agli annunci dati dai Cuffarinai che potrebbero votare presidente Sgarbi e non Musumeci. Un dato, quello dell’eventuale voto parziale o disgiunto, che il sondaggio non riesce a rilevare. Questo porterebbe la coalizione al 34-35% rendendo molto insidiosi i 5 stelle che da questi stessi sondaggi escono con un 32% nonostante la lista unica in appoggio di Cancelleri.

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In sostanza una conferma della partita aperta fra centrodestra e 5 stelle visto che la forbice, il margine di errore dei sondaggi è sempre considerato fra il 3 e il 5%.

Ma le vere novità vengono da sinistra. Dopo il via libera della base il candidato della sinistra estrema Claudio Fava è dato in crescita. Potrebbere raggiungere l’8%. Un dato credibile dopo l’exploit di SI alle elezioni di Palermo. E’ vero che la consistenza in Sicilia non è paragonabnile a quella palermitana dove hannoc ertamente raccolto molto consenso derivante da 5 anni al governo della città, ma la coalizione della sinistra etrema raccoglie anche il voto d’apparato dei Bersaniani e il voto d’opinione di rifondazione.

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Un dato significativo ma che non sarebbe rilevante ne andando da soli come stanno facendo ne andando in tandem con il centro sinistra. La coalizione che presenta Micari, infatti, sarebbe data al di sotto del 20%. Anche se unisse le proprie forze con la sinistra estrema non andrebbe oltre il 28% (bisognerebbe considerare anche che le alleanze non rappresnetano mai una somma matematica dei voti e dei consensi).

In questa rilevazione il Pd raggiunge il suo minimo storico abbandonando la doppia cifra per fermarsi al 9,8% in Sicilia. Sarebbe una debacle. Da considerare, comunque, che il sondaggio è stato commissionato dal centrodestra ed eseguito su un campione non molto ampio di soli mille siciliani anche se su tutte le fasce di età e di istruzione e su elettori che si dichiarano di tutti gli schieramenti.

Da prendere in esame, però, il fatto che in questo sondaggio i ben sei o sette candidati indipendenti non vengono presi in esame e sotto la voce di ‘altri’ si raccoglie complessivamente un 3% circa che potrebbe essere sottostimato. A vincere, comunque, è sempre l’astenzionismo dato ancora una volta poco al di sotto della metàd egli elettori. Il 47% dichiara che non voterà o si dice indeciso sull’andare a votare perchè deluso dall’offerta politica e dai candidati in campo.

Ma a fronte di questo sondaggio, un’altra indagine anch’essa riservata condotta per conto dei dem disegnerebbe unos cenario opposto (leggila qui)

(nella foto la scheda dell’ultima consultazione elettorale regionale)

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