- Palermo festeggia Santa Rosalia
- Il conta preghiere della santa esposto in occasione del 397° Festino
- La reliquia è stata trovata tra i resti della Santuzza a Monte Pellegrino
Il conta preghiere di Santa Rosalia sarà esposto in un unico reliquiario e ricomposto insieme alla croce, in occasione del 397° Festino. Antesignano del Rosario, che fu introdotto secoli dopo rispetto alla vicenda esistenziale di Santa Rosalia, è uno strumento di preghiera di provenienza orientale utilizzato soprattutto nei monasteri per tenere conto della recita dei 150 Salmi.
L’uso del conta preghiere e la vita contemplativa
Il suo uso affonda le radici in un’epoca molto antica, tra il V e il VII secolo, presso gli anacoreti orientali. In Occidente fu diffuso da San Beda il Venerabile. Era formato da un determinato numero di grani di diversa forma e materiale, fra cui oro e argento o materie prime meno nobili, che si congiungevano ad una croce o immagine mariana, infilati su una stringa di pelle, cordicella o filo di seta. Il conta preghiera è emblema di una spiritualità monastica orientale, basata sulla solitudine e la ricerca di una vita contemplativa.
La reliquia trovata tra i resti mortali di Santa Rosalia
La reliquia trovata fra i suoi resti mortali, dimostra che anche Santa Rosalia ne faceva uso. Già subito dopo il ritrovamento del corpo, esaminato con attenzione dai medici, si trovarono le parti di un antico conta preghiere. Il 15 luglio del 1624, le reliquie furono portate nella camera dell’arcivescovo dell’epoca, Giannettino Doria. Le ossa, che furono subito attribuite ad un individuo di sesso femminile, nascondevano alcuni oggetti, sotto lo strato di calcare. Fra questi, una crocetta in lamina d’argento sotto la mano sinistra, un piccolo crocifisso in terracotta, una ciotola in terracotta e una corona in pietra, sempre sotto la mano sinistra.
Così si legge nel testo di Giordano Cascini: “Mentre ci studiavamo attorno a quelli più minuti pezzetti, venne a me fra le mani un ossicello, che a prima vista parve un sassolino. Sembrava una di quelle pallottole che noi portiamo in filza, per dir Padrenostro e Ave Marie, perciochè era forata per lo mezzo; piacque al Signore e molte ne ritrovammo quasi infilzate, una fra gli altri più grossetta fra le dita, e la palma della mano, cosicchè, come nuove reliquie e carissime per essere cose spesso da lei maneggiate, fuor divotamente raccolte, cinque apparenti fra le coste del petto, e le dita della mano”.
La reliquia collocata in un unico reliquiario in argento
I dodici grani furono donati come reliquia alle suore domenicane di Santa Caterina; la Croce al fondatore del monastero di Santa Rosalia allo “stazzone”, don Giuseppe Bonfante. Nel 1924, in occasione del terzo centenario del rinvenimento del corpo, i grani e la croce ritornarono in Cattedrale. Oggi, per la prima volta la reliquia è stata ricongiunta e collocata in un unico reliquiario in argento.
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