Ficarra e Picone presentano ‘L’Ora legale’ a Palermo: “Un film comico che racconta l’Italia (VIDEO)

E’ una tradizione che l’anteprima di un film di Ficarra e Picone si tenga a Palermo, la loro città. Per “L’ora legale” il duo comico non ha fatto eccezioni e stamattina ha proiettato il suo ultimo lavoro alla stampa al Cinema Arlecchino.

“Il nostro film più politico? Diciamo che non è un film assolutorio. E’ un film comico che racconta l’Italia”. Così Salvo Ficarra ha descritto il film definendolo anche “un’opera corale, con oltre 100 attori”, tra i quali Leo Gullotta, Vincenzo Amato, Tony Sperandeo, Sergio Friscia, Antonio Catania, Eleonora De Luca, Ersilia Lombardo, Alesia D’Anna, Francesco Benigno, Paride Benassai.

Ficarra e Picone hanno voluto ringraziare il Comune e la popolazione di Termini Imerese, luogo dive è stato girato il film definendola: “una cittadina bellissima e un po’ maltrattata”.

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Nel film, in un paese siciliano, Pietrammare, puntuali come “l’ora legale” arrivano le elezioni per la scelta del nuovo sindaco. Anche a Palermo, e in Sicilia, nel 2017 si andrà alle urne per le amministrative.
“Già è bello che si voti – ha detto Picone -. Non penso che il nostro film influenzerà il voto. Noi facciamo film che raccontano quello che vediamo attorno a noi. Spero che questo film ci migliori: l’impegno di ognuno di noi non può esaurirsi al voto. Occorre indignarsi, controllare, partecipare. Non credo che la Sicilia sia irredimibile: per fortuna, grazie all’impegno di alcuni – e qualcuno ci ha anche rimesso la pelle – la Sicilia è andata avanti, è migliorata. Manca ancora uno scatto, però, alla Sicilia e all’Italia, un impegno che deve venire dal basso. Non possiamo prendercela sempre con i politici, il senso di vergogna, di imbarazzo ma anche lo scatto di orgoglio deve venire da noi”. Nella pellicola la comunità di Pietrammare, il “popolo”, vive, o meglio si lascia vivere, in un perenne stato di precarietà e illegalità.

“Non è un film assolutorio – ha sottolineato Ficarra -. Come diceva Borsellino, la rivoluzione inizia con una matita dentro le urne. Ma non finisce lì. È il nostro film più politico? Per noi è un film comico che racconta l’Italia e in particolare una cittadina, per questo abbiamo coinvolto tanti attori. L’idea è nata subito dopo ‘Andiamo a quel paese’. Lo abbiamo pensato e voluto a lungo. Spesso è capitato che la realtà si sia accostata alla trama del film, tanto che a volte abbiamo dovuto cambiare qualcosa nella sceneggiatura perché non volevamo inserire riferimenti a fatti realmente accaduti”. All’Arlecchino era presente una buona parte del cast.

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