Chiuso il capitolo della Finanziaria regionale si apre quello politico ed a lanciare l’affondo è Cateno De Luca per il quale l’iter di approvazione è stato “drammatico” e la giunta è ormai ai titoli di coda.

“L’iter drammatico della legge di stabilità 2026–2028, per modalità, tempi e contenuti, rappresenta un unicum negativo nella storia parlamentare siciliana e certifica, senza più possibilità di smentita, il fallimento politico della Giunta guidata dal presidente Renato Schifani” sostiene Cateno De Luca, leader di Sud Chiama Nord, ripercorrendo le tappe di una manovra finanziaria che ha evidenziato tutte le fragilità dell’attuale Governo regionale.

La posizione di De Luca

“La Giunta – ricorda De Luca – ha deliberato il disegno di legge il 31 ottobre con appena 27 articoli. La Commissione Bilancio, il 4 dicembre, ha licenziato un testo di 134 articoli, frutto di una bulimia normativa che ha snaturato completamente l’impianto originario, in assenza di una visione strategica complessiva”.

Sud Chiama Nord, dopo due mesi di studio e confronto, il 29 ottobre ha consegnato al presidente Schifani 100 proposte organiche, illustrate in oltre due ore di confronto a Palazzo d’Orléans. “Nessuna di quelle proposte – sottolinea De Luca – è stata recepita dalla Giunta. Il Governo ha scelto di procedere con una legge di stabilità priva di prospettiva, senza riforme strutturali e senza una reale attenzione al sistema degli enti locali”.

Le 100 proposte di De Luca

Durante quell’incontro, De Luca aveva posto una pregiudiziale chiara: “Il sostegno al percorso della manovra era subordinato all’aumento del Fondo per le autonomie locali di almeno 50 milioni di euro. Ringrazio il presidente Schifani per aver accolto la richiesta di un confronto con ANCI Sicilia il 30 ottobre, alla presenza anche del vicepresidente Danilo Lo Giudice. Ma quel confronto, pur utile, non è bastato a colmare il vuoto politico della manovra”.

La rivendicazione degli articoli passati

Il gruppo parlamentare Sud Chiama Nord sottolinea di aver, comunque, svolto il proprio ruolo con responsabilità e trasparenza, avanzando proposte su: rafforzamento degli enti locali; qualità dei servizi ai cittadini; semplificazione amministrativa e accelerazione della spesa; sviluppo economico e occupazione; tutela ambientale; mobilità sostenibile; promozione turistica e culturale.

“In questi mesi – aggiunge De Luca – abbiamo avuto numerosi confronti con uffici, tecnici e consulenti della Presidenza della Regione. In ogni occasione abbiamo dimostrato, documenti alla mano, la solidità delle nostre proposte. Nonostante ciò, il nostro contributo è stato progressivamente falcidiato”.

Delle 100 proposte presentate, solo tre nuove norme sono sopravvissute nel testo finale

De Luca rivendica la Super ZES Siciliana; l’Adeguamento del corrispettivo euro/km nel TPL e il potenziamento dei servizi nei parchi archeologici. In aggiunta si attribuisce alcune modifiche e il salvataggio di poche norme già esistenti ma respinge con fermezza le insinuazioni di presunti “inciuci”: “Il confronto parlamentare non è una colpa. Fare leggi richiede studio, mediazione e responsabilità. Chi riduce tutto a slogan o a processi mediatici danneggia le istituzioni e mortifica il ruolo del Parlamento”.

Il leader di Sud Chiama Nord rivendica il senso dell’opposizione responsabile: “Si cambia la Sicilia con le leggi, non con i like. Si cambia affrontando la complessità, non rifugiandosi nel mondo virtuale”.

L’attacco alla maggioranza che non c’è più

Secondo De Luca, il nodo politico è ormai evidente: “Il presidente Schifani non rappresenta più una maggioranza politica reale neanche in parlamento. Infatti la legge di stabilità ha avuto solo 29 voti favorevoli”.

Da qui l’appello finale: “Presidente Schifani, azzeri la Giunta. Assegni con criterio matematico ai suoi capi tribù un Assessorato ogni 4 deputati considerato che non c’è più amalgama politica. È il consiglio non richiesto che ho dato al presidente Schifani per completare alla meno peggio la legislatura”.

Il Presidente Schifani non ha mantenuto gli impegni assunti con il gruppo parlamentare di Sud Chiama Nord in merito: all’aumento di almeno 50 milioni di euro del Fondo delle Autonomie locali; al trasferimento gratuito ai Comuni delle aree già urbanizzate del demanio marittimo e fluviale; alla dismissione gratuita ai Comuni delle superfetazioni immobiliari delle incompiute dell’ESA e delle ASP; nonché in materia di semplificazione e sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi e ambientali.

Non è emersa, infine, alcuna strategia complessiva con target predefiniti, nemmeno in relazione alle presunte ingenti risorse, stimate in circa 2 miliardi di euro, previste nella variazione di bilancio di luglio 2026.

Il no di Sud Chiama Nord

Per queste ragioni il gruppo parlamentare Sud Chiama Nord ha votato NO alla legge di stabilità 2026–2028. “Il 18 gennaio a Caltagirone – conclude De Luca – presenteremo il nostro Governo di Liberazione, autonomista, civico e progressista. Un nuovo modello di Sicilia, fondato su programmazione, decentramento, controllo trasparente della pubblica amministrazione e rispetto del merito. Liberare la Sicilia dal pizzo legalizzato è la nostra missione. Perché la Sicilia non si cambia con gli slogan, ma con una visione chiara e il coraggio di realizzarla”.