Procedono a rilento i lavori per l’approvazione della Finanziaria regionale siciliana. Nel secondo giorno di voto dell’articolato, l’Assemblea licenzia gli articoli due e tre. Siamo nella fase delle norme cruciali volute dal governo della Regione e se il percorso d’aula permetterà di accogliere i 28 o 30 articoli considerati essenziali diventa più probabile il ricorso ad un maxi emendamento largamente soppressivo che tagli almeno da 50 a 70 articoli dei 134 usciti dalla Commissione Bilancio.

Via libera all’articolo tre

Così il governo incassa il via libera all’articolo tre sul Sicily Working. Un provvedimento annunciato da Schifani e già proposto nella Finanziaria quater ma in quel caso impallinato dai franchi tiratori. La nuova versione lascia fuori il 2025 ormai praticamente finito e diluisce le risorse in tre anni, abbattendo leggermente la disponibilità per singolo anno ma portando a 36 mesi l’applicabilità rispetto ai 24 iniziali nella proposta della finanziaria quater 2025.

South working, 54 milioni in tre anni

Nel settore occupazionale vede la luce la misura annunciata dal governatore Renato Schifani e anticipata da BlogSicilia Diciotto milioni di euro l’anno per un totale di 54 milioni stanziati tra il 2026 e il 2028 per il “South working”, misura che prevede l’erogazione da parte di Irfis di un contributo di 30 mila euro per ogni lavoratore a distanza assunto o contrattualizzato a tempo indeterminato.

La norma prevede che la specifica degli interventi venga organizzata in seguito  “con decreto da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge”. Il decreto attuativo dovrà “emanare le disposizioni, inclusi i limiti massimi entro cui la prestazione lavorativa può essere eseguita all’interno di locali aziendali, gli indirizzi specifici e le modalità di concessione ed erogazione del contributo”.

Salutato con favore anche dal Pd

“L’approvazione dell’articolo della finanziaria che introduce incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato legate al South working rappresenta un passo nella direzione giusta, frutto anche del lavoro e delle proposte portate avanti dal Partito democratico in aula” dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana, commentando la norma che prevede contributi a fondo perduto fino a 30 mila euro per ciascun lavoratore residente in Sicilia, assunto o stabilizzato a tempo indeterminato e impegnato in modalità di lavoro agile sul territorio regionale.

“Questa misura parla ai tanti giovani siciliani che oggi lavorano fuori dalla regione, in altre parti d’Italia o all’estero, spesso lontani dalla propria terra non per scelta ma per necessità – prosegue Catanzaro – il South working può offrire loro la possibilità concreta di tornare a vivere e lavorare in Sicilia, senza rinunciare alla propria occupazione e alle proprie competenze. È una norma che va nella direzione che il Partito democratico indica da tempo: contrastare la precarietà, fermare l’emorragia di talenti e trasformare il lavoro da remoto in una vera politica di sviluppo territoriale. Ma – aggiunge – non possiamo accontentarci degli annunci: perché la misura funzioni davvero servono atti chiari, tempi certi e una gestione trasparente delle risorse. Sarà fondamentale – sottolinea il capogruppo del Pd – vigilare affinché i decreti attuativi vengano emanati nei tempi previsti e che i criteri di accesso siano semplici e realmente inclusivi, evitando ritardi e burocrazia che rischiano di svuotare la norma”.

“Riteniamo positiva – conclude Catanzaro – anche l’attenzione alle aree interne, con risorse dedicate alla creazione di spazi di coworking attraverso il recupero di immobili pubblici inutilizzati. Ma tutto questo deve far parte di una strategia complessiva: servizi, infrastrutture digitali, trasporti e politiche per i territori. Il Partito democratico continuerà a fare un’opposizione seria e costruttiva, sostenendo le misure utili e pretendendo dal governo regionale risultati concreti. I siciliani non hanno bisogno di norme sulla carta, ma di politiche che funzionino davvero”.

Non passa l’emendamento 5 stelle ma se ne riparlerà in variazioni

In questo caso, invece, non passa l’emendamento aggiuntivo 5 stelle a firma della deputata M5S Lidia Adorno all’articolo 3 sul South working della legge di stabilità, che avrebbe consentito il rientro in Sicilia di lavoratori impiegati nel territorio dell’Unione europea, permettendo loro di lavorare da remoto o addirittura da casa.

“È sicuramente un’occasione persa – commenta la deputata, che su indicazione del governo trasformerà l’emendamento in ordine del giorno – ma è solo un appuntamento rinviato: c’è infatti l’impegno dell’assessore Dagnino a inserire la norma nella prossima variazione di bilancio”.

In precedenza approvato l’articolo 2

Poco prima era stato approvato l’articolo 2 anche quello frutto di mediazioni con l’opposizione e salutato con favore anche in casa 5 stelle. Proprio i pentastellati, infatti, portano a casa un emendamento che prevede concessione dei contributi previsti dall’articolo 2 della finanziaria 2026-2028 solo alle aziende che nei tre anni precedenti hanno rispettato le norme sulla sicurezza sul lavoro e gli obblighi per l’assunzione effettiva dei disabili previsti dalla legge 68 del ’99 e revoca e restituzione dei benefici per quelle imprese che aggirano queste prescrizioni normative dopo aver incassato i contributi.
L’emendamento a prima firma del capogruppo M5S Antonio De Luca, è stato, infatti, approvato oggi da Sala d’Ercole.
“Si tratta – commenta Antonio De Luca – di un importante passo avanti sul terreno della sicurezza sul lavoro e sulla tutela dei diritti sostanziali dei disabili assunti tramite i centri per l’impiego. È una norma che abbiamo fortemente voluto e che siamo riusciti a portare a casa nonostante l’articolo 1, a cui si agganciava, fosse stato già approvato ieri. Siamo riusciti a costruire l’unanime condivisione dell’aula e del governo su queste importanti tematiche e a trovare l’accordo per correggere il testo dell’articolo 1 della legge di stabilità a fine dei lavori, come previsto dall’articolo 117 del regolamento assembleare”.

Ieri sera l’articolo uno con 150 milioni di incentivi al lavoro e tre emendamenti di opposizione

Ieri sera era stato approvato l’articolo uno nella versione riscritta. La versione del governo prevede un contributo pari al 10% del costo annuale del personale assunto ma con la riscrittura la percentuale sale al 15% se l’assunzione riguarda una donna o un over 50. Per blindare la norma il governo recepisce due emendamenti targati Pd e 5 stelle.

Si tratta di uno sgravio Irap del 15 per cento a favore delle imprese che assumono over 50 disoccupati da almeno due anni proposto dalla deputata Roberta Schillaci (M5S) e inserita nella riscrittura dell’articolo 1, appena approvata dall’Ars.

“Si tratta – commenta la deputata – di una norma a cui tengo particolarmente e che presento da diversi anni. Mira a incentivare le nostre imprese a reclutare soggetti che difficilmente, dopo aver perso il lavoro, riescono a reinserirsi nel settore produttivo una volta superati i 50 anni. In un tessuto sociale degradato come il nostro dal punto di vista occupazionale, perdere il lavoro costituisce un grosso problema, ma per gli over 50 è una vera tragedia”.

Accolta anche la proposta targata Nello Di pasquale  “Per questa norma ho proposto un emendamento, approvato dall’Aula, che introduce un ulteriore incentivo: un aumento del contributo del 5% per gli imprenditori che assumono donne”, dichiara il deputato del Partito democratico.

“Si tratta di un intervento concreto che va nella direzione di sostenere le imprese, incentivare le assunzioni e contrastare il divario di genere nel mondo del lavoro. L’obiettivo è favorire una crescita stabile e inclusiva dell’occupazione, rafforzando il tessuto produttivo siciliano e promuovendo maggiore equità sociale”.

C’è spazio anche Trova posto per un emendamento di Dario Safina, che porta gli sgravi fiscali al 15% anche nel caso in cui le assunzioni vengano effettuate da un’impresa che investe in welfare aziendale, sicurezza sul lavoro e riduzione dell’orario a 35 ore settimanali.