Dopo la deputata Claudia La Rocca arriva anche quella di Giorgio Ciaccio. Salgono a due gli autosospesi dal Movimento 5 stelle in Sicilia ed entrambi sono deputati regionali eletti a Palermo.

La notizia arriva metre linchiesta si allarga un tasselo alla volta e sembra passare dalla superficialità al dolo, almeno per alcuni aspetti. Almeno due firma, infatti, non sarebbero state solo ricopiate dal modlo di presentazione nel quale era stato commesso un errore materiale al nuovo modulo. Si trattarebbe di firme copiate da un altro odulo, quello della raccolta per la legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica.

Tutte accuse assolutamente da dimostrare per approfondire le quali da oggi sono attese le convocazioni in procura di deputati e attivisti. Ieri sera, intanto., Claudia La Rocca, la prima ad aver collaborato con la giustizia raccontando tutto quello che sa e la prima ad essersi autospsesa dal movimento, affida a facebook le sue riflessioni sulla vicenda.

“Mi ero ripromessa di non scrivere nulla. Sono giorni molto difficili, ogni parola potrebbe essere sbagliata – scrive la
deputata sul social network -, so che la gente da dietro una tastiera sa essere molto cattiva, so che c’è sempre qualche detrattore del Movimento pronto a strumentalizzare ogni cosa, senza nessuna oggettività e umanità. Ormai da una settimana ricevo decine e decine di messaggi di stima e incoraggiamento da amici, colleghi, conoscenti, sconosciuti, giornalisti, dirigenti, sindaci e assessori. Dimostrazioni di affetto pubbliche e private… E senza alcuni ‘angeli’ questi momenti sarebbero stati ancora più difficili da sopportare. Un calore così immenso e inaspettato per il quale non posso non ringraziare tutti e l’unico motivo delle mie parole adesso”.

“Io non voglio essere l’eroina, non voglio essere la protagonista, volevo solo mettere la parola fine ad una situazione che stava degenerando, – scrive ancora – tirando dentro tutto e tutti, e l’ho fatto nell’unico modo che conoscevo, la
cosa che mio padre più apprezzava di me… Dicendo la verita’”.

“La mia scelta è stata difficile e non riesco a smettere di provare un profondo dolore. Sapevo di mettere in discussione gli ultimi 8 anni della mia vita, il mio ruolo di portavoce che ho messo al primo posto, sacrificando la mia vita privata, cercando di portare avanti il mio lavoro con serietà, impegno e passione… Ma la vita è fatta di scelte e affrontare un temporale con dignità, potersi guardare allo specchio, vale di più. So che è stato uno stupido errore – conclude – e mi dispiace se ho deluso qualcuno”.

E sul concetto dello stupido errore riotrna anche il numero tre del movimento, Alessandro Di Battista che durante le manifestazioni per il no al referendum ribadisce “Si tratta di una storia del 2012 quando il Movimento nasceva, quando non eravamo neanche in Parlamento. E’ stato uno stupido e grossolano errore ma noi siamo diversi e ci sospendiamo anche per uno stupido e grossolano errore”