“Le verifiche ci segnalano i fondi che la Regione sottrae all’assistenza sanitaria sono pari a 325 milioni in tre anni , 130 solo nel 2016, per destinarli ad altri capitoli di spesa regionale”.

La frase è del Ministro della salute Beatrice Lorenzin. L’ha detta domenica scorsa evitando, poi, di venire in Sicilia, lunedì in occasione dei 20 anni dell’Ismett e collegandosi solo via Skype per forse per evitare domande imbarazzanti.

Una polemica a distanza sull’uso dei soldi del fondo sanitario rilanciata dopo che, nei mesi scorsi, era passata l’idea che lo Stato avrebbe impugnato quella norma delle legge di stabilità regionale. Impugnativa in realtà mai arrivata.

Alla Lorenzin ha risposto il presidente della Regione Rosario Crocetta spiegando che non si tratta di distrazione di fondi “ma di soldi che verranno utilizzati per pagare il mutuo che era stato contratto proprio per pagare i debiti della sanità, non una distrazione di risorse ma un sistema che ripiana da se i suoi debiti. Oggi la sanità siciliana produce utili. C’è stata un’accelerazione nella lotta agli sprechi, 150 milioni di risparmi sui farmaci. Quest’anno il mutuo per il debito sulla sanità lo pagheremo con i risparmi della lotta agli sprechi”.

Non convince il sindacato Cimo questa spiegazione del Presidente della Regione. “Ma di quali debiti parla il Presidente Crocetta – dice Angelo Collodoro – le aziende hanno l’obbligo del pareggio di bilancio altrimenti i direttori generali devono andare a casa per legge”.

“I bilanci – continua Collodoro – sono stati certificati in pareggio dai revisori dei conti e poi approvati anche dall’assessorato sanità. Allora delle due l’una: o sono stati certificati falsi pareggi di bilancio o Crocetta non dice il vero”

“Bisogna ricordare al Presidente della Regione – aggiunge il Cimo – che la sanità non è una società privata per fare profitto, non produce utili e quelli che lui chiama utili in realtà sono solo soldi che dovrebbero essere spesi per curare i siciliani e vengono usati per altro”.

Ma il Ministro incalza “Per me è inaccettabile che un italiano possa ricevere un servizio di assistenza medica in Lombardia ed un livello di assistenza inferiore se si ammala in Sicilia”.

“Ecco – commenta ancora il Cimo – se il governo non spende per l’assistenza non potenziando l’offerta si verifica proprio questo dislivello fra servizi offerti e si producono quelli che Crocetta chiama ‘utili’ ma che sono, in realtà, risorse stornate dalla loro finalità di cura e dunque viene meno il servizio pubblico”.

“Se un governo risparmia sui servizi territoriali – conclude Collodoro – sull’assistenza diagnostica e terapeutica, sul personale sanitario, non facendo assunzioni, ecco che arrivano gli ‘utili’. Non ci sembra un buon modo di governare”.

Ma il vero problema, adesso, si sposta nelle stanze romane. Che intenzione ha il governo? Seguire la linea tracciata dal Ministro Lorenzin o quella che sembra emergere dai confronti al Ministero dell’economia e dunque impugnare o non impugnare la norma messa in finanziaria che permette di utilizzare 127 milioni e 800 mila euro del fondo sanitario per pagare il mutuo?

“Il Ministro è stata informata male – dice a BlogSicilia l’assessore Baldo Gucciardi – non c’è nessuna sottrazione o  distrazione di risorse. Fino allo scorso anno le rate del mutuo contratto per pagare i debiti della sanità, le pagava lo Stato. Adesso che la sanità siciliana ha raggiunto il pareggio è giusto che il mutuo si paghi con le medesime risorse sanitarie. E’ una cosa estremamente semplice, la sanità si paga da sola i debiti che ha contratto in passato sempre per l’assistenza”.

“Non esiste alcun pericolo di natura economico finanziaria – aggiunge Gucciardi – perché con la stessa norma che ha posto la rata del mutuo a carico dei fondi sanitari è stata introdotta anche la norma di salvaguardia. in pratica nel caso in cui nel 2016 la sanità dovesse tornare in passivo per questioni di assistenza, sarebbero garantiti i servizi assistenziali e la Regione interverrebbe con finanza propria per pagare il mutuo”.

“Poi – conclude Gucciardi – lo Stato ha tutti gli strumenti per intervenire se non concorda con questa analisi. Non essendoci più il Commissario la vigilanza è affidata proprio al Consiglio dei Ministri. non servono effetti annuncio e polemiche a distanza”.

Ed il tema sembra essere proprio questo: comprendere come la pensa il governo centrale dal quale in queste ore arriva un segnale di imprevisto via libera a questa spesa nonostante le critiche della Lorenzin