Le risorse comunitarie del Piano operativo regionale 2007/2013 potrebbero non essere spese completamente. C’è il rischio di perdere almeno 300 milioni di euro secondo l’amministrazione, cifra che sale a ben 800 milioni in base ai calcoli fatti dalle opposizioni. E questo nonostante la proroga a fine marzo dei termini per la rendicontazione scaduti il 31 dicembre ma prorogati in virtù di una serie di richieste provenienti dagli enti Locali  e di ‘incidenti di percorso’ che la Comunità Europea ha accettato come giustificativi

La situazione in cui versa lì’impiego dei fondi comunitari è stata al centro dell’audizione in Commissione Ue all’Ars di Vincenzo Falgares, dirigente generale del dipartimento programmazione della Regione.

“Ci sono molteplici cause, interne ed esterne alla Regione, che hanno condotto alla concentrazione dei pagamenti da parte dei beneficiari e dei rimborsi da parte della Regione nelle ultime settimane dell’anno, addirittura sino alle ultime ore dell’anno – ha raccontato alla Commissione il dirigente che ha rivendicato – lo sforzo straordinario dell’intero impianto regionale sovraccaricato. uno sforzo compiuto soprattutto dai funzionari dell’ assessorato Economia e dei tecnici di Sicilia e servizi”.

Falgares ha ricordato come il programma  “era in significativo ritardo al momento del suo insediamento nel ruolo e che a luglio 2013 la commissione Ue ed il dipartimento politiche di Sviluppo e coesione nella diligence sul programma avevano stimato in oltre 1 miliardo l’area di rischio”.

Dunque Falgares è tornato a precisare come si siano salvati circa 700 milioni di euro dati già per persi ad aprile e come non sia ancora detta l’ultima parola su questi fondi  e su questo programma “i cui effetti si protrarranno
sino a marzo 2017, data in cui si dovrà presentare il rapporto finale di esecuzione, l’unico documento che potrà veramente dire quante risorse sono state assorbite nel ciclo di programmazione 2007/2013”.

Una data che ha, però, un doppio valore. Da un lato permette di completare alcune procedure residue ma dall’altro al 31 marzo ogni opera che è stata realizzata con fondi comunitari di questo programma da parte del beneficiario quale che esso sia (Regione, Comune, Università, Grandi enti gestori o imprese) dovrà essere concretamente in funzione ed in uso da parte dei cittadini (con una eccezione che riguarda circa il 10% dei progetti per i quali il termine è spostato di due anni al 31 marzo del 2019) con il rischio che altre opere già finanziate possano perdere il diritto all’impiego dei fondi comunitari con una ulteriore disimpegno e richiesta di restituzione dei contributi.

Ma dalle opposizioni e in particolare da Forza Italia arriva un allarme ben più consistente. “Ancora una volta le nostre previsioni, fatte a febbraio e ribadite a settembre dello scorso anno, si stanno puntualmente avverando. Non saranno solo 300 i milioni di euro di fondi europei che la Regione perderà, purtroppo la cifra è ben più alta, con almeno 500 milioni di fondi FESR, circa 200 milioni di fondi PSR e 100 milioni di fondi FSE, per un totale di almeno 800 milioni di euro – sostiene il capogruppo azzurro Marco falcone -. L’inefficienza della macchina del governo Crocetta sul corretto utilizzo dei fondi europei è drammaticamente conclamata. Nei prossimi giorni espliciteremo in maniera puntuale i dati sulla spesa comunitaria”.

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