Nella cantina Buceci tra Bolognetta e Marineo abbiamo incontrato l’imprenditore Franco Calderone. Non abbiamo parlato della sua attività di imprenditore in questo territorio contrastata da tanti e per la quale ancora combatte.
E nemmeno dei suoi vini premiati in tante competizioni.
Né di suo zio, fratello della mamma, che donò tutti i suoi averi, case e terreni ai poveri vivendo in assoluta povertà e preghiera.
Lo abbiamo incontrato perché Franco Calderone il giorno 9 novembre del 2022 dopo un gravissimo incidente, di cui ancora porta le conseguenze, ha avuto un’esperienza di pre morte.
Cosa è successo?
E successo che tutto d’un tratto sono stato schiacciato tra due auto. In quel momento, in quella frazione di secondi, tra l’urto e lo schiacciamento, mi è passata davanti tutta la vita.
Come dei fotogrammi. Ricordate la scena finale del film Nuovo Cinema Paradiso quando Cascio diventato grande? Poi riattacca tutte le pellicole. Benissimo, la stessa identica cosa. Mi è passata la mia vita e alla fine dei fotogrammi c’era un tunnel obliquo fluorescente che aveva una luminosità che noi non conosciamo.
Io questo tunnel lo vedevo di fronte, ma nello stesso tempo lo vedevo dall’interno ed era un tunnel molto lungo che non ho percorso. L’ho visto. E avevo soltanto un senso di pace, un senso di serenità. Nel corso dell’incidente avevo solo un rammarico. Possibile che non debbo poter dire ai miei che ho voluto loro bene, che me ne sto andando senza soffrire? Ma io non sapevo che non avrei sofferto, queste sensazioni non erano terrene. In realtà io mi sono visto da fuori. E il messaggio che mi è arrivato da questa esperienza fortissima e debbo dire bellissima, era un messaggio di pace. Cioè siate buoni. Fate del bene. Non c’erano beni materiali. Non c’era una ricchezza, non c’era ostentazione di nulla. La semplicità assoluta.
Dunque solo calma, pace e bontà?
Calma, pace, la bontà. Il fare del bene agli altri cioè i valori erano quelli. E quel tunnel ispirava soltanto tranquillità. Infatti, come dicevo prima, io non ho paura della morte. Io la morte non la vedo come un punto di fine vita, probabilmente fine vita terrena, ma posso dire che ho vissuto una vita parallela che va su altre dinamiche, che si sviluppa in altri modi. a tal proposito, ho letto un libro Milioni di Farfalle di Eben Alexander che è un neurochirurgo che è entrato in coma e dalla lettura ho scoperto che abbiamo visto le stesse identiche cose, nonostante io non sia mai stato in coma. La pace che scaturisce da quelle cose che ho visto è una cosa immensa, bellissima. Qualcuno mi ha detto che ho ricevuto una grazia. Io non lo so come si chiama, non ne ho idea, però la percezione che ho avuto è esattamente questa.
Non è il solo ad avere vissuto questo momento, perché a Padova c’è un centro che studia queste esperienze.
In realtà l’università di Padova mi ha contattato e mi ha detto che la mia è stata una esperienza di premorte di tipo B. Cioè loro stanno studiando questa fase della vita di una persona che entra in coma e poi ritorna indietro per raccontare quello che ha visto, quello che ha vissuto. Io non sono entrato in coma. Come ho detto prima, sono sempre rimasto lucidissimo, quindi ho visto tutto, ho percepito tutto, sentivo i suoni, ma ero come in un’altra dimensione, con un’altra legge di fisica. Non c’era il suono, non c’era il dolore e non c’era la la paura era una percezione completamente diversa. Sembravamo dei batuffoli che andavano librandosi in aria, guardando dal di fuori, distaccati da quella che è la realtà. Cioè io in quel momento ero schiacciato tra due auto, ma io in quel momento non sentivo nel dolore, nel niente non avevo la percezione del disagio io avevo una percezione. Vorrei usare il termine celestiale. E io sono sempre stato di una razionalità incredibile c la mia reazione è sempre stata freddissima sulle cose. Il reale è un’altra dimensione e come dice Alexander, stiamo cercando di spiegare quello che abbiamo vissuto utilizzando metà del vocabolario che serve. Non esistono i termini per spiegarvi quello che abbiamo visto perché questi termini nel nostro linguaggio umano non sono presenti. Quindi abbiamo anche difficoltà a proporvi e porvi questa dimensione.
Questo momento, questo leggero, breve viaggio. Cosa le ha lasciato? E cosa vorresti dire a tutti quelli che la stanno sentendo in questo momento?
È stata una cosa meravigliosa. Mi ha lasciato una pace e una serenità che probabilmente non conoscevo. E anche una visione della morte completamente diversa da quella che comunemente si ha. Ma pace, Io non so cos’altro dirvi mi ha lasciato un senso del bene che si può fare agli altri. Il senso della vita, che secondo me è proprio questo. E poi un messaggio vorrei dare a tutti coloro che hanno avuto lutti in famiglia per incidente o per altro. Io questa cosa l’ho detta a un mio amico che ha perso il fratello in un incidente stradale. Gli ho detto che suo fratello. Nel momento in cui è avvenuto l’impatto, era già fuori dal suo corpo. Ho detto di dirlo ai suoi figli. Ma io l’ho detto sorridendo ma non era un sorridere per deridere. Io che ho vista questa cosa e quindi è anche questo messaggio mi sento di dare.
La sua vita. Da quel momento è cambiata?
E cambiato l’approccio alla vita, molto più più lieve rispetto a molti fatti, a tanti eventi, molto più disincantato. La corsa verso gli obiettivi è cambiata, non c’è più la corsa frenetica verso quegli obiettivi. C’è un modo più rilassato di affrontare la vita. È anche questo vorrei trasmettere agli altri.
Commenta con Facebook