Il funzionario della polizia provinciale Marcello Miraglia che la scorsa notte si è lanciato dalla finestra mentre i finanzieri gli stavano notificando un provvedimento di custodia cautelare in carcere era finito in un’inchiesta di corruzione.
Secondo l’ordinanza del gip è accusato di avere intascato soldi da imprenditori nel settore dei rifiuti, ma anche lavori di manutenzione sui propri veicoli e immobili, pranzi, cene e incarichi di consulenza a favore di familiari. Il funzionario è indagato con altre nove persone.
Il gip per uno di questi ha disposto il divieto di dimora nel comune di Palermo per gli altri 8 l’obbligo di dimora e la presentazione alla polizia giudiziaria. I dieci coinvolti, nell’operazione dei militari della guardia di finanza del comando provinciale denominata Smart Working, sono indagati a vario titolo dei reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, ricettazione, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.
Nello stesso provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo di 15 mila euro pari alle presunte tangenti sinora individuate.
Gli indagati
Gli indagati sono Maria Letizia Pollaccia deve difendersi dall’accusa di ricettazione: avrebbe gestito i soldi del marito funzionario della Città Metropolitana. Alla donna, il gip Rosario Di Gioia ha imposto il divieto di dimora a Palermo. Otto imprenditori sono invece indagati per corruzione, a loro è stato notificato un provvedimento di obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Si tratta di Vincenzo Casesa, titolare di fatto dell’omonima ditta che si occupa di riciclaggio di rottami metallici, Paolo Venticinque, legale rappresentante della “Costruzioni Lavori Generali s.r.l.” di Termini Imerese, impegnata del recupero e riciclaggio di rifiuti solidi, Antonino Costanza, amministratore di fatto della Costanza srl di Termini, che si occupa della demolizione di carcasse, Francesco Claudino, rappresentante legale della “Sicilia recuperi srl”, che svolge lavori edili, Maria Rosaria Scalia, collaboratrice di Claudino, Rosario Di Fede, titolare di fatto della ditta della madre, “Autodemolizione Aquila”, che fa riciclaggio di rottami metallici, Antonino Prainito, referente della “Sicilbitumi srl” e Salvatore Montalto, amministratore di fatto del “Centro demolizioni Palermo”.
Le accuse al funzionario
Miraglia era indagato dalla Procura di Palermo per corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Avrebbe chiuso un occhio sulle irregolarità di una serie di aziende che si occupano di smaltimento di rifiuti e avvisato i titolari sugli imminenti controlli. E così otto imprenditori sono finiti sotto inchiesta per corruzione. Sono stati raggiunti da un’ordinanza che li obbliga a non lasciare la città e a presentarsi periodicamente in caserma. Si tratta di operatori economici che si sarebbero rivolti a Miraglia per ottenere o mantenere le autorizzazioni ambientali e risolvere problematiche tecniche. I favori sarebbero stati ricambiati con somme di denaro, lavori di manutenzione su veicoli e immobili, regali e consulenze. I
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