E’ iniziata poco prima delle 15 la discussione all’Ars sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni dopo lungo dibattito interno. Una mozione senza possibilità di riuscita ma che offre ai deputati di Pd, 5 stelle e Controcorrente una vetrina per sviscerare i propri attacchi sotto gli occhi della stampa e in diretta social.
23 le firme sotto la mozione di sfiducia apposte da 11 deputati 5 stelle, 11 Pd e da Ismaele La Vardera. 26 i voti che mozione otterrà a fine seduta aggiungendosi ai 23 firmatari i tre voti di Sud Chiama Nord. Ma intanto tre ore di platea per attaccare mentre i riflettori sono puntati. Ben consapevoli di non potercela fare l’appello di tutti è “Dimettetevi”.
Il capogruppo 5 stelle
“In nome di Dio andatevene”. Con questa frase di Oliver Cromwell che nel 1653 sciolse un Parlamento inglese corrotto, inconcludente e aggrappato ai propri privilegi, il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca ha concluso il suo discorso in relazione alla mozione di sfiducia a Schifani per illustrare alcuni dei “mille motivi che dovrebbero spingere il presidente della Regione a dimettersi”.
“Ci sarebbero voluti giorni – ha detto De Luca – per illustrare tutte le motivazioni che dovrebbero indurre il Parlamento a mettere la pietra tombale su questa legislatura inefficace, inconcludente, costellata da scandali, indagati e imputati e sicuramente una delle peggiori della nostra storia. Ho dovuto fare una grossa scrematura, ma le cose che avrei potuto e voluto dire erano tantissime. Ho avuto solo l’imbarazzo della scelta per selezionare le cose peggiori fatte dal governo e dalla sua maggioranza”.
“Per alcuni – ha detto De Luca – questa mozione è inutile, visto che non dovrebbero esserci i numeri per farla approvare. Dissento in modo categorico. A parte il fatto che questa mozione è un atto dovuto: una reazione etica obbligata di fronte a un governo che si distingue per inefficacia e inefficienza, travolto da scandali in serie, delegittimato dalle inchieste della Procura e pronto a sciogliersi come neve al sole a ogni richiesta di voto segreto, questa mozione un risultato lo ha già ottenuto: è riuscita, presidente, a farle ritrovare la strada per Sala d’Ercole che aveva smarrito da mesi nonostante le nostre reiterate richieste e le sue promesse di presenziare a una seduta d’aula speciale sul disastro sanità. Altro che parlamentarista convinto, lei è solo convinto di essere un parlamentarista, che è cosa molto diversa”.
Il capogruppo del Pd
“La mozione di sfiducia presentata dalle forze politiche di opposizione rappresenta un confine netto: oggi tutti siamo chiamati a metterci la faccia. Con questo voto sulla sfiducia i siciliani sapranno chi continua a sostenere questo esecutivo e chi, invece, vuole davvero voltare pagina” ha detto Michele Catanzaro, capogruppo del PD all’Ars in occasione del dibattito d’aula sulla mozione di sfiducia al presidente Schifani presentata dalle opposizioni”.
“Al di là dell’esito della votazione, – ha aggiunto – è evidente che questo governo ha già esaurito ogni ragione politica per restare in carica: non ha fallito soltanto qui dentro, in quest’Aula parlamentare, ma ha fallito soprattutto fuori, tra la gente, tra quei siciliani che ancora una volta sono stati mortificati da chi avrebbe dovuto rappresentarli.
Un governo che, di fatto, non c’è più, perché sostenuto da una maggioranza ormai divisa, segnata da conflitti interni fra i partiti e persino all’interno degli stessi partiti. I fallimenti sono sotto gli occhi di tutti: dalla sanità all’utilizzo delle risorse europee, dall’agricoltura alle misure insufficienti contro la persistente disoccupazione giovanile, per non parlare del panorama che si è svelato con gli ultimi fatti di cronaca ampiamente prevedibile a dispetto di sbandierate redenzioni poco credibili. È il momento di scegliere mostrando con chiarezza chi è complice di questo governo. Noi ci proponiamo di restituire alla Sicilia un governo capace di affrontare le sfide che questo centrodestra ha lasciato irrisolte”.
Cateno De Luca attacca Di Paola
Ricorda che solo un quinto dei siciliani hanno eletto Schifani il leader di Sud Chiama Nord Cateno De Luca, che alla maggioranza si è avvicinato ma che ha dichiarato che voterà con l’opposizione in questo caso.
“Avendo un’esperienza dell’amministrazione e avendo percepito quali sono le situazioni che lo hanno portato a sbattere (Schifani ndr), ribadisco il sostegno alla mozione di sfiducia, anche con l’esortazione a cambiare passo perché capita a tutti di trovarsi accanto colui che si è ubriacato a causa della poltrona. Non basta essere santo ma bisogna anche apparire tale. Non basta essere onesti ma bisogna agire da uomini liberi”.
Ma il leader di Sud Chiama Nord ne approfitta per attaccare Nuccio Di Paola, coordinatore dei 5 stelle “Il peggiore dei perdenti fra i candidati presidenti” dice. “E’ lui che ha posto il veto a che al ritiro delle opposizioni all’Abbazia di San Martino non fosse invitato Sud Chiama Nord. Questa è l’ultima volta che vi vengo incontro – dice agli altri esponenti delle opposizioni- da gennaio io vado avanti da solo con il mio progetto di governo di liberazione”
Figuccia “Non escludo colpi di scena”
Ma la vera sorpresa è rappresentata da Vincenzo Figuccia che, mentre tutti parlano di una mozione nata morta, lui non esclude colpi di scena in serata: “Ho ascoltato con attenzione gli interventi dell’opposizione. Sono state dette alcune cose meritevoli di riflessione. Serve un grande senso di responsabilità da parte di tutti, aldilà degli schieramenti. Stanno emergendo aspetti rilevanti che meritano approfondimento e scelte coraggiose” ha detto il deputato questore della Lega all’Ars, durante il dibattito in Aula sulla sfiducia al Presidente Schifani. “La giornata è lunga e non si possono escludere colpi di scena”.






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