Gaetano Galvagno ed Elvira Amata a processo. Ma non davanti al tribunale di Palermo. E’ il giorno della convocazione davanti ai probiviri di Fratelli d’Italia per i due esponenti del partito di Giorgia Meloni. Una giornata convulsa e complessa. Elvira Amata risponderà alle domande dei colleghi del tribunale di partito mentre per Galvagno potrebbe configurarsi una relazione parziale ed un aggiornamento dell’audizione.

Audizione parziale davanti ai probiviri?

Questo perché se Amata è in possesso dell’avviso di chiusura indagini già da due settimane, per Galvagno la notifica è scattata, invece, soltanto ieri e dunque su alcune delle contestazioni non ha ancora risposte da dare.

Nella sostanza, però, la procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per due episodi di corruzione e uno di peculato mentre sono scomparse le utilità personali come i biglietti omaggio o il vestito in regalo di cui i giornali hanno scritto a lungo.

Le contestazioni al Presidente

La corruzione riguarda contributi al di sopra dei 200mila euro a fronte dei quali sarebbero state elargite consulenze ed incarichi per i collaboratori di Galvagno, dalla De Capitani a tutta la pletora di altri indagati, sei in tutto oltre il presidente.

Il peculato riguarda invece una cinquantina di episodi di uso improprio dell’auto blu gestita come un personale servizio taxi per i suoi: si va dal ritiro del sushi da asporto ai passaggi alle amiche fino al trasporto degli animali. Per gli inquirenti le funzioni venivano sottomesse ad interessi di natura privata.

La difesa e la questione etico/politica

Per la difesa si tratta solo di cattiva interpretazione di un regolamento poco chiaro tanto che Galvagno all’auto ha rinunciato chiedendo al segretario generale di riscrivere un nuovo regolamento che sia comprensibili anche ai bambini.

Su tutto resta, a prescindere dai reati, il malcostume e l’arroganza di alcuni dei più stretti collaboratori del presidente. Un tema che continua ad essere molto più etico e politico che giudiziario