Non c’è pace alla Gesap, società che gestisce l’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. Investito dal terremoto Helg, dovuto all’arresto del vice presidente per tangenti con un lungo strascico di polemiche e battaglie politiche per il controllo dell’importante infrastruttura, il Cda non ha ancora trovato il suo equilibrio.

E’ durato sei mesi, infatti, l’incarico del consigliere Giorgio Di Marco che ieri ha rassegnato le proprie dimissioni. Si tratta di una scelta quasi obbligata dopo che la composizione del nuovo consiglio di amministrazione era stata attaccata da più parti perché non rispetta le quote rosa non avendo in consiglio neanche una donna. Dopo mesi di polemiche l’ultima parola l’aveva messa il ministero vigilante, quello delle Infrastrutture, invitando ad ottemperare al dettame normativo facendo spazio ad una donna.

Così ieri sono arrivate le dimissioni chieste a Di Marco e subito presentate da bravo ‘soldatino’. Ma non tutto è andato liscio come sembrava dovesse andare. Il Consiglio di amministrazione, infatti, avrebbe dovuto accettare le dimissioni e nominare una donna al suo posto.

Il nome più accreditato era quello dell’ex assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi, rimasta in silenzio dopo essere stata estromessa dalla giunta per far spazio al suo dante causa, Antonello Cracolici. Il Consiglio di amministrazione, invece, si è limitato a prendere atto delle dimissioni ma non le ha accettate nella medesima seduta rinviando ogni decisione al 25 gennaio.

Secondo indiscrezioni non ci saranno problemi nell’accettare queste dimissioni, il posto serve per far spazio ad una donna come richiesto dalla legge, dal ministero, dalle associazioni e dal sindacato. Ma qualche tensione ci sarebbe sul nome, o meglio sulla corrente politica a cui spetterebbe quel posto.

Gesap, infatti, è controllata da ex Provincia, Camera di Commercio e Comune di Palermo ma solo una di queste tre istituzioni ha un organismo politico in carica: il Comune. Le altre due sono commissariate e dunque la Regione opera come se fosse, di fatto, il socio di maggioranza pur non detenendo quote. Per questo ritiene di far rientrare le nomine fra quelle di sottogoverno regionale e di dare, spazio, di conseguenza alla corrente cracoliciana del Pd.

Ma fra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e l’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici il rapporto non è proprio idilliaco e dunque dal Comune si sarebbero messi di traverso non sulla persona ma sulla corrente che debba essere rappresentata. E in questa battaglia il Comune avrebbe trovato sponda in ambito Camera di Commercio anche se la parte politica non è la medesima e se la parola finale dovrebbe metterla il Commissario.

C’è, poi, la Cgil che considera comunque questa vicenda come una propria vittoria.“Abbiamo avuto ragione a sottolineare che eleggendo un Cda senza una rappresentanza femminile la Gesap fosse venuta meno a un dovere di legge. Adesso -dice il segretario Enzo Campo -, con la presa d’atto dell’assemblea dei soci, la violazione del Dpr sull’equilibrio dei generi sarà sanata. E’ una vittoria nostra e di tutte le donne. La denuncia politica da noi fatta, con la comunicazione inoltrata al ministero Pari opportunità, ci ha dato ragione, sia nel merito che nel metodo. Le leggi ci sono per tutti e vanno rispettate. A maggior ragione quando si tratta di soci che sono sempre attenti nella gestione e nella direzione delle loro istituzioni e dell’alternanza di genere ne fanno un vanto. E’ stato colmato un vulnus legale e politico”. Ora ci saranno dieci giorni di confronti politici e trattative. Sul banco la nomina della donna che prenderà il posto di Di Marco. In pole position resta proprio Cleo Li Calzi.

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