Guerra sotterranea alla Gesap, la società che si occupa della gestione dell’aeroporto di Palermo. Vi sarebbe infatti una quota degli stipendi degli amministratori che andrebbe recuperata perché pagati in eccesso rispetto a quanto prevede la norma. In ballo ci sono circa 700 mila euro.
Società pubblica o privata?
Come si legge sul Giornale di Sicilia, il nodo del contendere sarebbe la configurazione di società a partecipazione pubblica di maggioranza che impone l’adozione di tutte le limitazioni e prescrizioni fissate da una legge dell’agosto del 2016 che abbassa considerevolmente i compensi del Consiglio di amministrazione. Secondo due sindaci, la società, avrebbe attivato l’iter per il recupero delle somme percepite indebitamente dal 2016. Le somme avrebbero l’effetto d’interrompere la prescrizione del debito che andrebbe a danno dell’azienda perché quei soldi andrebbero perduti.
La pronuncia del Dipartimento del tesoro
Gesap è stata considerata, su pronuncia del Dipartimento del tesoro alla Ragioneria generale, viene una società a controllo pubblico così, anche in tema di compenso degli amministratori, deve essere sottoposta al volere della norma. Come riporta il Giornale di Sicilia, Alessandro Rivera, direttore generale del dipartimento del tesoro del ministero dell’Economia – interpellato sui compensi a Gesap – sostiene che si possono includere nell’elenco di quelle soggette a controllo pubblico le società a maggioranza pubblica, partecipate da più enti, ciascuno dei quali titolare di quote inferiori al 50 per cento. E la Gesap sembrerebbe essere una di queste.
La richiesta di adeguare gli emolumenti
A inizio anno il presidente Francesco Randazzo (pensionato) e gli altri componenti del Cda (Cleo Li Calzi, Alessandro Albanese, Domenico Cacciatore) hanno chiesto in via prudenziale l’adeguamento al ribasso degli emolumenti (da 40 a 23 mila euro), e anche l’amministratore delagato Giovanni Scalia ha chiesto il congelamento del premio di risultato chiedendo per il tramite del ministero un parere al Consiglio di Stato. Richiesta che è stata esaudita perché non sembra emergano contrasti interpretativita tali da giustificare una richiesta di questo tipo.
Le richieste dei sindaci
Si arriva all’aprile scorso, data in cui i sindaci chiedono di conoscere quali siano i provvedimenti adottati da Gesap quali atti interruttivi della prescrizione per la restituzione di quanto erogato agli amministra tori prima dell’11 marzo 2021-, data in cui tutti poi si sono allineati al testo unico modificato nel 2016. Intanto la relazione dei revisori al bilancio configura una spaccatura. Chi ha votato contro dice nella relazione che “risultano disattesi dal Cda richiami agli atti interruttivi della prescrizione e che il bilancio approvato non tiene conto del credito che potrebbe derivare per l’azienda”. Inoltre i revisori dissidenti specificano che la relazione sulla gestione “ignora il controllo pubblico in tema di anticorruzione, trasparenza e privacy”.
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