A Palazzo Reale rivive la tradizione del teatro gesuitico. Cortile Maqueda ha ospitato lo spettacolo di Giovanni Isgrò “Fino in fondo. Il trionfo dei martiri” sulle persecuzioni vissute dalla Compagnia di Gesù in Giappone durante il XVI secolo e gli anni dell’evangelizzazione in Oriente.
L’Anno Ignaziano ed il messaggio sempre attuale dell’evento
Un evento per celebrare l’Anno Ignaziano e la memoria di San Ignazio di Loyola, Francesco Saverio e Giovanni Matteo Adami. Un messaggio ancora attuale in uno scorcio di inizio millennio in cui i diritti umani e la tutela delle libertà individuali e politiche restano aleatorie in molte parti del mondo, Europa compresa.
Il teatro gesuitico spazio aperto e luogo di incontro e dialogo
La Fondazione Federico II in collaborazione con padre Gianni Notari, direttore dell’istituto di Formazione politica Padre Arrupe e il regista Isgrò, ha voluto dare il suo apporto per accendere i riflettori su un periodo di storia poco noto e sul teatro gesuitico che era concepito come spazio aperto e luogo di incontro e dialogo con le culture con cui i padri entravano in contatto nella loro opera missionaria.
Monterosso: “I Gesuiti difendevano la vita”
“I Gesuiti – ha detto Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II – hanno testimoniato nel mondo la loro apertura rispetto alla società e la dedizione alla cultura e alla formazione. Attraverso le rappresentazioni teatrali negli spazi pubblici o nelle corti incontravano le altre civiltà e difendevano la vita. Hanno pagato un tributo molto alto in termini di martirio lasciando un messaggio che ancora oggi rimane valido e di supporto nella società moderna. Una capacità di passione nei confronti della vita, di andare fino in fondo che rimane un modello”.
Il minuto di silenzio
Padre Notari ha ricordato che i suoi confratelli continuano a morire, così come accaduto in questi giorni in Messico in cui hanno perso la vita in tre. Un minuto di silenzio li ha ricordati.
L’evangelizzazione nel territorio del Sol Levante
La pièce teatrale ha raccontato gli 80 anni di evangelizzazione nel territorio del Sol Levante attraverso sequenze drammatizzate e interventi narrativi. Dalle conversioni, alla celebrazione del Natale con il re di Bungo, alle persecuzioni che non risparmiarono il gesuita siciliano Adami, vittima del terribile “ana-tsurushi”, un supplizio in cui si moriva per fame a testa in giù in un fosso. Ma la maggior parte dei gesuiti furono crocifissi secondo una modalità più efferata dell’esecuzione romana. La notizia dei tre protomartiri gesuiti in Giappone ebbe una grande eco a Palermo al punto che il senato cittadino decise di riconoscerli compatroni della città.
La rinascita spirituale
Lo spettacolo a Palazzo Reale, introdotto da una danza rituale e dall’intervento di una donna giapponese convertita, si è concluso con la cacciata del demonio da parte dell’arcangelo Gabriele e la rinascita spirituale che riguarda tutti coloro che muoiono per la violenza e la sopraffazione.
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