Nulla di nuovo sotto il sole dal punto di vista politico, ma troppo sul fronte delle nostre tasche. E’ durata appena 24 ore la pace in Assemblea regionale siciliana che ha permesso di distribuire qualche prebenda e di esercitare qualche ulteriore taglio dissennato. E adesso il governo va sotto e si rischia la cancellazione di sicilia e Servizi ma tutti restano compatti per approvare l’ecotassa che formalmente è a carico dei Comuni ma pagheranno i cittadini che possono contare sul servizio peggiore
Una ventina gli articoli al vaglio oggi e se tutto andrà secondo previsione la finanziaria potrebbe arrivare a venerdì con la maggior parte del lavoro fatta ma con gli articoli clou da analizzare. Ma le imboscate d’aula non sono mancate oggi, anche se ieri sembrava che fossero state scongiurate.
L’opposizione non ha tirato scherzi sulle norme che riguardano i precari, i Pip, i Forestali, tutte passate con qualche polemica qua e la ma senza particolari problemi. Passata anche l’ecotassa per i comuni che poi i Comuni stessi in parte tratteranno e che scaricheranno sulle bollette della tari e dunque pagheranno sempre i cittadini. In pratica la regione commina una ‘multa’ ai comuni che sono indietro con la differenziata. Questa somma il Comune la ‘ricarica’ sulla tassa dei rifiuti e la gira alla regione trattenendone una quota. E il cittadino del Comune inadempiente si trova a pagare di più per un servizio meno efficiente. oltre al danno, la beffa.
La norma rende, però, più conveniente fare la differenziata grazie ad un emendamento dei 5 stelle condiviso dal governo che stanzia a favore dei Comuni virtuosi 15 milioni di euro da spendere per progetti di recupero e riciclo dei materiali. Peccato che per essere considerati virtuosi occorre raggiungere il 65% di differenziata, traguardo lontano per quasi tutti.
“C’è una Sicilia che ama premiare chi crede nella differenziata”, afferma Giampiero Trizzino. “Noi rispondiamo in questo modo a quegli assessori che vogliono punire i cittadini con la costruzione di nuovi inceneritori”
Governo e maggioranza vanno, invece, sotto su Sicilia e Servizi. Un emendamento all’articolo sulle Partecipate inserisce un semplice ‘può’. Una parolina che, con un colpo di spugna, azzera il Monopolio di sicilia e servizi. dalla pubblica della legge la regione può avvalersi di Sicilia e servizi per i servizi informatici ma non deve. Può anche rivolgersi altrove. il governo aveva presentato un emendamento soppressivo che è stato bocciato.
Salvata, invece, Riscossione Sicilia dopo che era stato bocciato nell’assestamento di bilancio, il contributo da 8 milioni per ripianare il debito. Adesso la Finanziaria ne regala 17 alla Società guidata da Antonio Fiumefreddo che tanto clamore ha creato a livello nazionale con le sue ‘denunce’. Su Riscossione Sicilia, però, si addensano le nubi della cessione a Equitalia almeno nelle idee di Forza Italia come dice il capogruppo Marco Falcone che “considera strategico il sistema di riscossione dei tributi in Sicilia, riteniamo però che lo strumento di cui la Regione si avvale, ovvero Riscossione Sicilia Spa, sia totalmente inadeguato, sia dal punto di vista gestionale che per la piattaforma di riscossione e le tecnologie utilizzate. In ragione di questo, e nella necessità di rendere il sistema virtuoso, riteniamo che si debba prevedere la cessione del pacchetto di maggioranza relativa di Riscossione Sicilia ad Equitalia, definendo altresì le procedure per la migrazione del personale dipendente, con la salvaguardia dei livelli occupazionali”
Verso il salvataggio anche Sviluppo Italia Sicilia. Inevitabile la reazione di antonio Ingroia ex magistrato Presidente di Sicilia e Servizi che parla di ‘vittoria delle lobbies affaristiche e accusa l’assessore Baccei di essere in conflitto di interessi’. Un attacco prevedibile visto che alzare la voce e i polveroni in Sicilia paga come dimostrano i trascorsi del Presidente della regione e di Riscossione Sicilia solo per fare esempi recenti.
Insieme al finanziamento del precariato, poi, è passato un articolo che aggiunge 800 mila euro ai fondi per pagare gli stipendi ai testimoni di giustizia che sono stati assunti dalla regione in base a una legge dello scorso anno. Soldi che si sommano a quelli precedentemente previsti. I 47 testimoni sono ora a carico della regione e costano 1 milione e mezzo.
La seduta è stata sospesa, come ieri, intorno alle 20,10 e aggiornata a domani alle 11 per proseguire nell’analisi della legge di stabilità regionale con la particolarità che domani alle 13 sarà sospesa per un incontro con i sindaci dell’Anci Sicilia per poi riprendere nel pomeriggio alle 16. domani sera potrà essere più chiaro lo stato dell’arte e l’iter dei giorni successivi
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