Clamoroso pasticcio sulla sospensione del sindaco di Giardinello Antonio De Luca. Poche ore dopo il pronunciamento del tribunale del riesame, il Gip ha revocato la misura della sospensione dalla carica di sindaco per 12 mesi. Il pubblico ministero Andrea Zoppi ha immediatamente scritto all’ufficio del Gip ravvisando l’illegittimità della misura cautelare che era stata imposta nell’ordinanza del riesame. Il giudice per le indagini preliminari ha effettivamente confermato, revocando quindi la sospensione.

L’articolo violato

C’è uno specifico articolo del codice penale che contempla proprio l’impossibilità a stabilire sospensioni per le cariche elette dal popolo, come nel caso di un sindaco. A questo punto il sindaco di Giardinello Antonio De Luca non ha più alcuna misura cautelare ma resta comunque la sospensione che era stata già stabilita dal prefetto di Palermo all’indomani dell’operazione che lo coinvolse su presunti casi di corruzione e atti pubblici falsi. A questo punto anche questo provvedimento potrebbe essere ritirato.

“Dimostreremo la sua innocenza”

L’avvocato Antonio Maltese, che difende il sindaco, è convinto che sarà dimostrata l’estraneità ai fatti del primo cittadino. Entro 45 giorni saranno depositate le motivazioni del provvedimento. “Attendiamo le motivazioni – afferma il legale –. Siamo soddisfatti di questo primo risultato ma andiamo avanti”. In pratica il riesame ha annullato l’accusa di corruzione impropria ma ha confermato l’istigazione per falso in atto pubblico.

Le dichiarazioni dell’agente di polizia municipale

Certamente pesano come un macigno le parole del vigile urbano Corrado Lo Piccolo, tra gli indagati senza alcuna misura cautelare. L’agente ha confermato di aver dichiarato falsamente che l’ex finanziere Giuseppe Ciuro avesse preso la residenza a Giardinello. Questo perché gli sarebbero state fatte pressioni da De Luca, negate da quest’ultimo. Da evidenziare che già il prefetto aveva sospeso il sindaco dalla carica.

La residenza farlocca

La vicenda ruota attorno al presunto favore che il primo cittadino doveva fare a Ciuro, condannato nella famosa vicenda delle talpe alla Dda. La condanna prevedeva anche il pagamento di 200 mila euro per l’ex finanziere che allora escogitò di passarsi altrove la residenza risultando a reddito zero. Un modo per dimostrare falsamente di essere indigente e di non potere pagare quanto dovuto allo Stato. Ciuro si rivolse al sindaco di Giardinello per essere aiutato a mettere in pratica il suo piano che però è stato scoperto dai carabinieri.

L’aiuto dell’impiegato

Un altro episodio chiave dell’inchiesta è il rapporto tra il sindaco e l’impiegato comunale di Montelepre Andrea Caruso. Quest’ultimo aveva promesso il suo appoggio elettorale alle scorse elezioni e l’intercessione verso un consigliere per appianare i dissidi del passato. In cambio però voleva essere trasferito a Giardinello con un contratto full time. De Luca, Ciuro e Caruso hanno avuto il divieto di dimora a Giardinello. Nel frattempo il prefetto di Palermo, con proprio provvedimento, ha sospeso da ogni funzione lo stesso sindaco indagato.

Accolto il ricorso di Ciuro

Ad avere presentato ricorso è stato anche Ciuro. Proprio ieri il tribunale della libertà ha accolto il suo ricorso. I giudici hanno riformulato la misura. Non più il divieto di dimora in tutta la provincia di Palermo, ma l’obbligo di presentazione alla pg.

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