- Voci insistenti danno in uscita l’assessore tecnico Alberto Pierobon
- Farebbe posto ad una donna messinese di ispirazione ‘famiglia Genovese’
- La mossa per rinsaldare alleanze con la scusa di riequilibrare la presenza di genere
- Preoccupazione per l’eventuale prevedibile rallentamento di riforme, piani e progetti in corso
Alberto Pierobon, il ‘Papa Straniero’ della giunta Musumeci rischia di dover lasciare in corsa la giunta e soprattutto i progetti che sono in itinere. La voce di corridoio si fa sempre più insistente e fa parte di un articolato piano di revisione degli assetti della maggioranza per mettere in atto i quali sembra caduta a fagiolo l’esigenza di far rientrare una donna in giunta. Una richiesta venuta da più parti per riequilibrare, anche solo in parte, la presenza di genere dopo quella che dall’opposizione è stata definita la ‘virata virile’ di Musumeci.
La convocazione della riunione Udc
A confermare indirettamente le voci la convocazione di una riunione in casa Udc, tenuta a distanza e con mezzi tecnici, ma pur sempre una riunione politica di queste ore.
Riforme, bonifiche, piani e progetti che rischiano di saltare
Ma ci sono anche una serie di chiacchiericci che riguardano i timori sul futuro del Piano rifiuti, delle bonifiche delle discariche per le quali sono già stati stanziati 150 milioni di euro, della legge di riforma sempre nel settore rifiuti, di quella del settore idrico, degli interventi per 200 milioni nel settore delle dighe e ultimo, ma non certo ultimo, il progetto di recentissima nascita per la realizzazione del centro nazionale per l’idrogeno in Sicilia, progetto attrattivo di investimenti milionari se non miliardari parte dei quali previsti nel Recovery Fund.
Tutte obiezioni che circolano nelle stanze dei palazzi del potere alle quali viene data sempre e solo una risposta: bisogna fare spazio in giunta per una donna la cui presenza garantisca la varietà di genere sia pure al minimo. L’esigenza (formale) è questa dopo che il rimpastino richiesto da Forza Italia ha portato a sedere al tavolo dei 12 cavalieri di Musumeci anche Toni Scilla e Marco Zambuto al posto di Edy Bandiera e Bernadette Grasso lasciando l’esecutivo senza donne.
Ma la politica ha le sue esigenze ed equilibri
Fare spazio, adesso, è cosa complessa. Così per trovare collocazione meglio tagliare la testa ‘tecnica’ che peraltro è stata indicata, a suo tempo, dall’Udc un partito in chiara contrazione all’interno della maggioranza, che pensare ad una revisione degli assetti che rischierebbe di far saltare il banco così delicato degli equilibri. Anche se questo significa vanificare una parte del lavoro fatto dal tecnico o almeno rallentarne l’iter
La manovra per ritrovare spazio e compattezza
Ed ecco che arriva l’Opa (Offerta pubblica di acquisto mutuando il termine dal mondo della Finanza) sull’Udc lancianta dagli scudieri di Musumeci. Una operazione che non ti aspetti che porta ad avvicinarsi al centro l’area attualmente autonoma rappresentata dalla famiglia Genovese. Padre e figlio (il deputato è il figlio ma in politica sono tutti pronti a giurare sul fatto che dietro l’operazione ci sia il padre ex Pd passato prima in Forza Italia e che poi ha mandato avanti il giovane) possono ben raccogliere consenso nel Mesinese, territorio dove la coalizione non è molto forte, specialmente dopo che dalla giunta è venuta fuori proprio la Messinese Bernadette Grasso.
La donna messinese per la giunta
Da qui l’idea da un milione di dollari: fuori Alberto Pierobon, tecnico indicato dall’Udc ma abbastanza trasversale e con relazioni anche al di fuori della coalizione, dentro una donna di indicazione Genovese ma a patto che ci sia l’avvicinamento proprio dell’uomo di Ora Sicilia a casa Udc per evitare cambi di equilibri e rimpolpare quella formazione.
Due piccioni con una fava: da un lato si rafforza un partito che rischiava di depotenziarsi e non si tocca la consistenza della sua delegazione in giunta e dunque gli equilibri fra le forze della coalizione, dall’altro si mette a posto la vicenda ‘donne in giunta’ rispondendo a critiche e polemiche.
Ma tutto questo non tiene conto di alcuni elementi essenziali ovvero proprio le riforme, i provvedimenti, i progetti che sono in corso.
Chi arriva, sia chiaro, si troverà tutto questo già avviato ma è storicamente certo che ad ogni cambio di assessore c’è una battuta di arresto. Ma la politica ha le sue regole e la tattica è cosa diversa dalla strategia
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