Il giornalista del programma televisivo “Le IeneAntonino Monteleone, è stato rinviato a giudizio per diffamazione a mezzo stampa.

A comunicarlo è l’assessore alla Mobilità Giusto Catania, intervenuto in una conferenza stampa convocata in via Amari, a Palermo. Presente anche il legale dell’assessore, Marco Andrea Manno. Insieme all’inviato di Italia 1, gli inquirenti starebbero valutando di procedere anche nei confronti di un ispettore della poliza municipale di Palermo, implicato nella fuoriuscita di alcuni documenti chiave, fra cui quello della comunicazione della notizia di reato.

Catania: “Vicenda che fa male alla giustizia e alla libertà d’informazione”

Secondo riferito dall’assessore Giusto Catania, la prima udienza è fissata per il 23 giugno 2022. L’esponente di Giunta si costituirà parte civile, oltre che parte lesa e denunciante.”Monteleone, autore del servizio andato in onda 19 novembre 2019, offendeva la reputazione dell’assessore”. Catania, leggendo il capo d’imputazione, riferisce che Monteleone forniva una rappresentazione “in chiave preconcetta, colpevolista ed allusiva a supposti di favore riservati all’esponente della Giunta Comunale”.

C’era una volontà precisa di diffamarmi. Di costruire un servizio che avesse esclusivamente la volontà di offendere la mia reputazione – sottolinea Catania -. Io avevo la coscienza. Adesso è acclarato anche da un pubblico ministero”.

“Io non sono contento di quello che è successo. Sono dispiaciuto perchè quello che ha fatto Monteleone è un oltraggio alla libertà di informazione. Un baluardo per la democrazia. Quando viene costruito un servizio diffamatorio, non viene colpito colui che è oggetto del servizio, ma la libertà d’informazione stessa. La seconda questione è che questa vicenda contribuisce a delegittimare la giustizia. Monteleone sapeva perfettamente che l’inchiesta aveva ricevuto l’archiviazione. Ma è andato avanti per la sua strada”.

Il cancello della discordia

A maggio 2020, Giusto Catania e altri tredici condomini di via del Celso hanno subito una denuncia in Procura per il reato di invasione di terreni o edifici. Lo stesso mese, il gip Clelia Marchese aveva disposto l’archiviazione. Ciò rilevata“l’impossibilità di individuare colui che ha realizzato il cancello che ostruiva l’accesso”.

Il cortile degli Schiavi è stato liberato dal cancello il 20 febbraio. Ciò dopo i lavori voluti direttamente dal sindaco Leoluca Orlando per la demolizione dell’opera. Un fatto che sembrava aver chiuso la vicenda sul “cancello della discordia” finito al centro delle polemiche. Ma oggi arriva però la svolta, annunciata dallo stesso Giusto Catania, durante la conferenza stampa. Un confronto con i giornalisti nel quale l’assessore ha mostrato anche un breve video per ricostruire la vicenda.