Mai più rinunce al contenzioso fra Stato e Regione. Quel miliardo di euro perso per effetto di un accordo scellerato fra Crocetta e Renzi resterà un caso isolato e si potranno recuperare gli altri circa 4 miliardi di euro derivanti dal contenzioso. almeno questa è la speranza.

Con 37 voti favorevoli e 31 contrari l’Assemblea regionale siciliana ha approvato la mozione, primo firmatario Toti Lombardo, con la quale si impegna il governo della Regione a disdettare il ‘patto di desistenza’ ovvero la rinuncia agli effetti del contenzioso con lo stato.

Il patto risale a quasi tre anni fa. Crocetta lo firmò in cambio di un trasferimento di risorse da circa 500 milioni di euro ma subito scoppiò la polemica perché quel contenzioso vale almeno 5 miliardi. Polemica rinvigorita dopo una sentenza della Corte Costituzionale che diede ragione alla Sicilia attribuendole quasi un miliardo di tasse non riscosse dallo stato che, però, non potranno essere trasferite in virtù di quell’accordo.

La mozione, però, ha soprattutto un valore politico visto che ieri il voto era stato sospeso per l’assenza del presidente della Regione e rinviato a oggi. In apertura di seduta la maggioranza ha tentato un nuovo rinvio ma Lombardo ha resistito a termini di regolamento e, nonostante la presenza in  aula di Crocetta, a voto palese il governo è andato sotto ed è stato approvato l’impegno a disdettare quell’accordo.

Se il Pd ha votato compatto contro la mozione, nella maggioranza il Pdr ha preso le distanze da queste scelte votando, invece, sì. una spaccatura con i cespugli vicini ai renziani che non hanno, però difeso, le posizioni di Renzi

“Oggi è una giornata storica  per il parlamento siciliano e per il popolo che rappresenta- dice il presentatore della mozione Toti Lombardo -: con il voto che ha approvato la mozione presentata dal MpA, il Governo Crocetta e la sua maggioranza trasformista a guida Pd escono sconfitti e dovranno ora tornare a Roma per cancellare il punto 6 dell’accordo del 5 giugno 2014 sottoscritto dal Presidente, un accordo che aveva calpestato 60 anni di autonomia.
Oggi il Parlamento siciliano ne ha giustamente fatto una questione di dignità ed orgoglio, su una vicenda che vale 5 miliardi di euro ed apre una stagione fondata sullo smantellamento dell’impalcatura finanziaria di ruberie e saccheggi impostata negli ultimi anni dal governo regionale, con atteggiamento prono ai voleri del governo centrale.
Oggi si avvia una stagione nuova proiettata ad una maggiore autonomia e capacità di autodeterminazione del popolo siciliano”.

In realtà la vicenda non è così semplice. La mozione approvata non rappresenta una disdetta con valore di legge ma solo un impegno politico ‘imposto’ al governo a procedere alla disdetta. Ora Crocetta dovrà andare da Renzi a disdire l’accordo e non è certo che lo farà davvero. e anche se lo dovesse fare c’è da scommettere sul fato che in seguito roma resisterà in giudizio ordinario prima di pagare anche gli esiti delle sentenze costituzionali invocando l’accordo prima firmato e poi disdetto.

Ma un fatto è oggettivo: il segnale politico dato alla maggioranza additata come responsabile delle risorse perse dalla Sicilia per effetto di quell’accordo.

“Oggi l’Ars ha avuto un raro sussulto d’orgoglio – commentano dal Movimento SiciliaNazione – approvando la mozione che costringe il governo regionale a tornare indietro rispetto al vergognoso accordo del giugno 2014 con il quale Crocetta rinunciò agli effetti dei ricorsi della Sicilia davanti alla Corte Costituzionale regalando allo Stato oltre 5 miliardi di euro a fronte della possibilità di poter spendere poche centinaia di milioni che appartenevano comunque alla Sicilia”.

“Finalmente l’ARS ricorda che la Sicilia è una regione a Statuto speciale – conclude  e che l’autonomia non può essere svenduta a uno Stato che continua a depredare le nostre risorse. E’ un voto importantissimo che adesso occorrerà fare rispettare”.