“Non so quando arriverà quel giorno ma voglio che la mia famiglia sappia che ho avuto una vita perfetta”. Comincia così la lettera struggente di Denise Sciortino, appena 23enne aveva la maturità di una donna consapevole che quel brutto male purtroppo, avrebbe avuto la meglio. Oggi, chi l’ha amata si aggrappa così alle sue ultime parole, scritte in una lettera come fosse un testamento d’amore tracciato con la lucidità di chi sa di avere ormai poco tempo.

Le ultime parole di Denise

“Non so quando arriverà quel giorno, ma voglio che la mia famiglia sappia che io ho avuto una vita perfetta grazie a loro, sono stata felice per 23 anni, – scrive Denise – durante la malattia e anche adesso, nel momento più critico di tutti, continuo ad essere felice, solo grazie a loro, poi ad Alessandro e naturalmente a tutte le persone del mio cuore, che sono anche loro una famiglia, fare i nomi non serve. Grata alla vita per avermi dato tutto questo amore. Non importa quando me ne andrò. Mi sento felice, completa e vorrei che le persone che amo mi ricordino esattamente così. Purtroppo non posso impedire che loro soffrano e questo mi fa male, ma la sofferenza non può e non deve prendere il sopravvento, non cambia le circostanze ma le peggiora. Non voglio che la gente soffra per me. Perché io sono felice, felice se le persone che amo lo sono. Sarò sempre al loro fianco, a gioire dei loro successi, ad incoraggiarli e fare il tifo per loro nei momenti di sconforto. L’amore va oltre ogni cosa, anche la loro presenza fisica”.

Il cordoglio

Denise ha scelto di non lasciare spazio alla disperazione, ha trasformato la sofferenza in un inno alla vita, in una promessa d’eternità. Oggi, dopo alcune ore in assenza di Denise, le prime parole di amici e parenti recitano così: “Amore mio, sono passati tre giorni da quando non sento più la tua voce. Ci hai chiesto di essere felici e di ridere così forte da fartelo arrivare fino a dove sei, ma è cosiì difficile. Ho imparato a muovermi nel mondo attraverso i tuoi occhi, e adesso che sono chiusi ho per il senso dell’orientamento. Ti prometto che reimparerò a camminare e che tu sarai le mie gambe. Mi hai dato l’onore di essere la custode dei tuoi pensieri, e ora che il silenzio ti ha portato via, ti prometto che sarò per te la voce. Brilla, brilla più che puoi e ogni tanto cerca di farla arrivare fino a noi la tua luce. Ovunque sarai, e ovunque io sarò, ti porterò in ogni mio gesto. Sei il mio canto libero. Ti amo” ha scritto Vincenza.

Poi ancora, le parole di Mimmo: ” Eri un soldo di cacio, tu mi chiamavi papà malgrado non lo fossi e io ti volevo un bene dell’anima. Sei stata la mia principessa ma il destino ha voluto che ci perdessimo di vista, ma malgrado ciò, non ti ho mai dimenticata, solo che allo stesso tempo non mi sentivo più in diritto di rientrare a far parte della tua vita. Sapevo che non stavi benissimo ma mai avrei potuto immaginare quanto grave fosse la tua malattia, in cuor mio ero certo che ti saresti ripresa, e invece….. solo oggi ho appreso la notizia della tua scomparsa e mi sento così triste . Io mi sto prendendo cura di mia mamma che le resta poco, ma lei ha fatto la sua vita, quello che doveva dare l’ha dato ed è quasi giunta la sua ora e anche se mi farà soffrire, avrò la consapevolezza che avrà smesso di soffrire e mi dovrò rassegnare. Ma tu no, eri ancora così giovane e non è giusto, avevi ancora così tanto da dare e non riesco ad accettarlo. Fa buon viaggio piccola mia”