Continuano purtroppo le segnalazioni relative all’incuria e al degrado dei gioielli architettonici e culturali di Palermo, nonché delle zone circostanti che, spesso, si trovano in condizione di abbandono inaccettabili. Dopo il Chiostro di Santa Caterina ecco il caso del teatro più antico della città, il Bellini.
La denuncia della proprietà
“La situazione del vicolo Bellini è disastrosa – affermano i proprietari del gioiello del ‘700 – in quanto ormai si è trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto. Inoltre, si determina una seria situazione di pericolo in quanto le uscite di sicurezza del teatro sono ostruite da materiali di risulta abbandonati nonché da numerosi contenitori della differenziata”
In effetti da un sopralluogo sui luoghi si nota anche, oltre alla presenza di immondizia di tutti i tipi e di rifiuti pesanti e alla pericolosa occlusione ad opera di terzi delle uscite di sicurezza in palese violazione della normativa in materia, l’ostruzione all’accesso dei contatori della luce non solo del teatro ma anche dei palazzi condominiali circostanti.
La tormentata storia del Teatro Bellini
È appena il caso di ricordare che parliamo di un teatro del 1726, il più antico della città, che nel tempo ha subito diverse ristrutturazioni, la prima nel 1.808 ad opera di Nicolò Puglia e una successiva nel 1.840 nella quale fu ricostruito il fronte dell’edificio ad opera dell’architetto Rosario Torregrossa Palazzotto. Nel 1.848 il teatro fu intitolato provvisoriamente al celebre compositore catanese Vincenzo Bellini, per diventarlo definitivamente nel 1.860. Dal 1907, il teatro continuò a funzionare per spettacoli di varietà e venne anche requisito dall’esercito statunitense nel 1943 e utilizzato come sala cinematografica per i soldati. Ma non solo, già prima dell’evento bellico, negli anni trenta, ed anche successivamente sino ai primi anni sessanta, il teatro fu utilizzato come cinema. Nel 1.964 l’edificio fu danneggiato da un incendio e successivamente recuperato per intervento del Teatro Biondo Stabile Stabile di Palermo e grazie alla professionalità del suo direttore di sala Claudio Grasso, riottiene la licenza dalla questura di Palermo e restituì il teatro la sua originaria funzione nel 1980.
Le strategie per restituire dignità a un gioiello storico
Onestamente è inconcepibile che il Teatro più antico di Palermo, incastonato nel cuore pulsante del centro storico, sia circondato da un’area che versa in condizioni di degrado che minacciano non solo il decoro urbano, ma anche la fruibilità e la sicurezza di uno dei luoghi più suggestivi della città. Il grido d’allarme dei proprietari si aggiunge alle voci sollevate da cittadini, associazioni culturali e comitati di quartiere. Rifiuti abbandonati, marciapiedi dissestati, illuminazione carente e attività commerciali non compatibili con il contesto storico stanno compromettendo l’identità del quartiere.
Occorrono un piano di decoro urbano mirato, mediante il potenziamento della raccolta rifiuti, l’installazione di cestini intelligenti e interventi settimanali di pulizia straordinaria, un controllo delle attività commerciali con conseguente stop all’apertura di minimarket e distributori automatici, la promozione di botteghe artigiane e librerie indipendenti. Inoltre, sono indispensabili una programmazione continuativa di eventi teatrali, concerti e visite guidate per riportare il pubblico nel quartiere e stimolare l’economia locale e l’installazione di nuovi punti luce a led e videosorveglianza per scoraggiare atti vandalici e migliorare la percezione di sicurezza.
Per un futuro possibile, il rilancio dell’area attorno al Teatro Bellini, come anche delle centinaia di bellezze di Palermo, che non è solo una questione estetica, ma un’opportunità per ripensare il rapporto tra cultura, spazio pubblico e qualità della vita, necessita di interventi importanti e di controlli accurati. Fa male al cuore vedere i tesori di Palermo che versano in condizioni come quelle descritte.
Le novità nella raccolta differenziata
Qualche spiraglio potrebbe venire, almeno sul versante della della differenziata nelle aree interessate, dalla disponibilità della RAp di rivedere le modalità di raccolta con una proposta sperimentale.
“Le Commissioni Quarta e Sesta del Consiglio comunale di Palermo esprimono soddisfazione per la disponibilità manifestata dalla RAP e dall’assessore all’Ambiente Pietro Alongi ad accogliere la richiesta delle Commissioni di rivedere il sistema di raccolta differenziata nel centro storico, al fine di individuare modalità più adeguate e rispettose del decoro urbano. Nel corso dell’ultimo confronto, la RAP si è impegnata a presentare entro il 15 novembre una proposta sperimentale che preveda un sistema di raccolta differenziata diverso dall’attuale, superando l’utilizzo dei carrellati che deturpano la bellezza e il valore storico-artistico del cuore della città. L’iniziativa riguarda in particolare le aree di via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, piazza olivella e vie limitrofe, via Napoli, via Venezia e vie limitrofe dove sarà valutata l’introduzione di modalità innovative di conferimento e raccolta dei rifiuti. Accogliamo con soddisfazione l’apertura della RAP e dell’assessore Alongi riteniamo questo confronto un segnale importante di collaborazione istituzionale. L’obiettivo comune è quello di coniugare efficienza del servizio, tutela dell’ambiente e rispetto del decoro del nostro centro storico. Le Commissioni continueranno a seguire con attenzione l’evoluzione del percorso, auspicando che dalle proposte possano emergere soluzioni concrete e replicabili in altre zone della città».Lo dichiarano i presidenti della quarta e sesta commissione consiliare, Salvatore Imperiale e Ottavio Zacco.




















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