Istruttori e titolari di centri fitness hanno manifestato questa mattina in piazza Verdi contro la chiusure di palestre, piscine e centri sportivi imposta dall’ultimo Dpcm.
Come vittime di un plotone di esecuzione si sono stesi per terra rimanendo immobili. Istruttori, gestori di attività e appassionati hanno manifestato così il proprio dissenso per le ultime norme anti contagio. Gli addetti ai lavori sottolineano il basso numero di contagi che si è verificato nei centri sportivi.
“Ci siamo adeguati ai protocolli di sicurezza – dicono gli organizzatori – abbiamo investito risorse e seguito scrupolosamente le regole. Non è servito. Ci dicono che possiamo fare attività individuale all’aperto, ma siamo a novembre ormai. Forse al Sud siamo più fortunati ma per quanto? La serie A di calcio però gioca nonostante i contagi”.
Altro tema caldo è quello della tutela dei lavoratori, spesso con contratti atipici e adesso privi di tutele.
“Nonostante siano state applicate tutte le norme, con un costo non indifferente, e nonostante non vi siano focolai accertati da diffusione di Covid in palestra – aggiungono – il decreto Conte è calato su di loro Come una scure. Fermare le palestre significa fermare anche una sana attività sportiva che aiuta a rinforzare le difese immunitarie. Quello che chiedono adesso gestori e dipendenti , per non condannare definitivamente la categoria, è un ristoro a tutte le perdite che avranno e che hanno avuto. Lo sport è una parte importante e sana della nostra società”.
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