Lunga e travagliata è stata la storia dei distretti turistici siciliani che dal 2005, anno della loro istituzione, hanno subito mutazioni e in molti casi non sono mai riusciti a decollare e a portare avanti quella mission per cui erano nati. Abbiamo sentito Alfredo Ambrosetti che presiede quello della Pescaturismo e della Cultura del Mare. Distretto che ha al suo interno come soci sia Comuni dalla forte vocazione turistica sia partner privati che con il turismo hanno un saldo legame.

 

Come stanno vivendo il periodo i soci del distretto, la programmazione è stata fermata dall’epidemia, come sta intervenendo?

“E’ indubbio come l’emergenza Coronavirus stia condizionando in modo molto pesante tutte le azioni del Distretto e dei suoi soci, emergenza che va al di là di noi stessi e che quindi dobbiamo accettare con senso di responsabilità ed è altrettanto indubbio che vi sia una priorità assoluta della politica sanitaria rispetto al resto. Oggi sembra che, almeno in Sicilia, il peggio sia passato quindi occorre immaginare per tempo una strategia efficace. Questa strategia non può prescindere però dalle azioni che i governi, nazionale e regionale, devono poter mettere in atto sui diversi fronti: riduzioni fiscali e tributarie, per compensare il crollo della domanda turistica che si riverbera sui minori introiti della tassa di soggiorno per i Comuni che vale – al 2019 – quasi 18 milioni di euro l’anno, sugli interventi di rilancio turistico (manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture cittadine, promozione di eventi e attività culturali), miglioramento dei trasporti pubblici locali, nonché programmazione di un serio piano di promozione mediatica dell’immagine della Sicilia turistica e un progetto di partecipazione a fiere e workshop nazionali ed internazionali da subito, con sostegno partecipativo per imprenditori e distretti, per salvare adesso la stagione 2021″.

Il presente è segnato dalla paralisi del settore, cosa fare per ripartire?

“Ciascun soggetto turistico dovrà responsabilmente immaginare, in forza della propria specificità, percorsi e modalità per serie campagne di contro-informazione. Noi pensiamo alla previsione di un sostegno alle iniziative progettuali che il Distretto sta mettendo in piedi, anche al di là delle previsioni del complemento di programmazione regionale, con la possibilità di utilizzare fondi regionali. In questo senso siamo anche disponibili a collaborare per la stesura di uno specifico disegno di legge regionale in tal senso”.

Il futuro e la ripresa, i distretti potranno fare da traino se coadiuvati nella loro attività da buone scelte politiche regionali, sempre che la regione ne stia facendo?

“I Distretti turistici come il nostro hanno una mission che va ben oltre la valorizzazione culturale e turistica del territorio perché guarda in particolare al turismo sostenibile e alla rigenerazione urbana. La spinta che il Distretto può dare alle destinazioni del sistema territoriale integrato che abbiamo realizzato, e che vede una omogeneità tra soggetti pubblici e privati, lavora per pianificare in modo unitario l’offerta turistica, mettendo a disposizione servizi efficienti e di qualità. L’auspicio è che già da adesso si cominci a programmare una necessaria strategia promozionale innovativa poiché non mancheranno le risorse”.