Cinquemila assunzioni nella sanità siciliana. Il governo regionale le ha annunciate più volte ed ha sempre smentito chi si diceva scettico attaccando anche chi, conti alla mano, le considerava non fattibili.
Adesso è arrivato il momento clou tanto che fra ieri e oggi viene presentata ai sindacati di categoria la bozza di regolamento per procedere a queste assunzioni. Ieri è toccato ai dirigenti medici ed a tutte le organizzazioni dirigenziali, oggi agli incontri con il comparto.
Un documento in otto pagine che definisce termini, procedure, priorità e modalità per giungere ai concorsi. Ecco quali saranno le regole e i termini.
In primo luogo gli atti aziendali che stabiliscono le esigenze (già sotto rischio impugnativa da parte delle associazioni del mondo della sanità), definite le piante organiche, le priorità sono chiare.
Le aziende sanitarie dovranno, prioritariamente, procedere a coprire i posti vacanti nelle piante organiche storiche e per far questo dovranno far scorrere le graduatorie dei precedenti concorsi aziendali o, in assenza di graduatorie precedenti o dopo aver esaurito queste graduatorie, dovranno prelevare da eventuali graduatorie di altre aziende sanitarie fino ad esaurimento.
Il secondo passaggio sarà quello della mobilità. Verificate le esigenze rimaste occorrerà prelevare personale per i vari reparti prima dalla medesima azienda, poi applicare la mobilità interaziendale dunque personale da altre aziende siciliane e in seguito la mobilità nazionale.
E’ proprio quest’ultimo passaggio, quella della mobilità nazionale, a preoccupare. Sono centinaia se non migliaia, i siciliani che lavorano nella sanità italiana e che da tempo cercano un modo per tornare a casa. Dunque torneranno in Sicilia operatori sanitari da tutto il Paese e non saranno certamente giovani. Sta già accadendo qualcosa di simile all’Asp di Trapani dove la mobilità dal Nord Italia ha riguardato cinquantenni e sessantenni.
La mobilità nazionale, naturalmente, occuperà la maggior parte dei posti in pianta organica svuotando, invece, il sistema sanitario italiano e mettendo altre regioni in condizione di fare nuove assunzioni.
Solo dopo toccherà ai concorsi che potranno essere banditi nei limiti economici della ‘massa finanziaria compatibile con le esigenze di mantenimento di equilibrio di bilancio’. Una norma, quest’ultima, che di fatto scarica sui direttori generali la responsabilità di stabilire quante assunzioni fare per mantenere in equilibrio i bilanci dell’azienda. Va da se che tutti i manager, sapendo che l’eventuale disavanzo si paga con il licenziamento, si terranno molto ‘stretti’ sulle assunzioni lasciandosi un ampio margine ed effettuandone, probabilmente, meno del necessario.
Ultimo tema quello della stabilizzazione dei precari per i quali era inizialmente prevista una riserva nei concorsi. Ammesso che ai concorsi si arrivi. Ma dopo un primo confronto le stabilizzazioni sono state anticipate stabilendo procedure concordate con le aziende che procedano parallelamente allo scorrimento delle graduatorie dei vecchi concorsi. in questo modo almeno le stabilizzazioni dei precari storici dovrebbero concretizzarsi.
Di fatto il sistema in questo modo garantirà, però, la permanenza nella sanità di chi già opera nel settore e difficilmente arriverà a garantire spazi lavorativi nuovi.
Naturalmente si tratta di una bozza dunque suscettibile di modifiche, interventi, inversioni di priorità, o almeno così sperano i tanti siciliani che attendono con ansia l’apertura di questi concorsi.
Cade, invece, dalle nuvole il Presidente della Commissione sanità dell’Assemblea regionale siciliana, Pippo Digiacomo che, contattato da BlogSicilia, ammette che la bozza non gli è mai stata trasmessa: “Ritengo che si tratti di un atto di riguardo nei confronti della Commissione e si voglia trasmettere un documento definitivo o quasi, dopo che magari sarà stato completato il passaggio con i sindacati”.
“Se le cose resteranno così – dice invece Angelo Collodoro del Cimo – non possiamo che esprimere la nostra enorme tristezza e constatare che ancora una volta siamo stati facili profeti essendo stati i soli, nell’ultimo anno, a dire a chiare lettere che il clamore dato a queste ‘assunzioni’ rischiava di essere l’ennesima beffa”.
“Diamo atto all’assessore Gucciardi – aggiunge – di aver fatto il possibile ma di dover fare i conti con le ristrettezze di bilancio. Certo la politica nel suo complesso avrebbe dovuto evitare promesse difficili da mantenere proprio perché c’è da fare i conti con la legge”
Di parere diverso la Cisl Funzione Pubblica “La predisposizione delle linee guida in vista delle prossime assunzioni nella Sanità è un importante passo avanti. Apprezziamo il lavoro fin qui svolto – dice il segretario Gigi Caracausi – dall’assessore Gucciardi e dagli uffici dell’assessorato, sottoposti a un grande sforzo nonostante una grave carenza d’organico. Plaudiamo in particolare alla procedura scelta per le stabilizzazioni degli Lsu: un iter snello, così come aveva richiesto il nostro sindacato. A questo punto ci aspettiamo – prosegue Caracausi – che l’assessore prenda seriamente in considerazione la proposta avanzata dalla Cisl Fp: la creazione, cioè, di un Centro unico per le prenotazioni (Cup) regionale. Una struttura che porterebbe con sé molti benefici: tra gli altri, quello di consentire la stabilizzazione dei precari rimasti fuori dalle procedure e quella di garantire ai cittadini un servizio più efficiente”.
“Abbiamo ottenuto dall’assessorato – dice Enzo Munafò della Fials – la proroga di tutti gli incarichi in essere fino al completamento delle procedure concorsuali e all’immissione in servizio dei nuovi assunti. A giugno, infatti, sarebbero scaduti gli incarichi e non arriveremo mai per tempo a fare i concorsi”.
” Bisogna dire con chiarezza – continua – che i tempi non saranno brevi. Appena emanata la circolare le aziende dovranno stilare il piano triennale delle assunzioni e mandarlo in assessorato per l’approvazione prima di poter procedere”.
I rischi per Munafò sono tanti “Non vorremmo che essendo in arrivo le elezioni nel 2017 queste procedure concorsuali diventino facile terreno di clientela”.
E infine non ci sarà posto per tutti i precari poiché “almeno metà rischiano di non trovare spazio e questo creerà certamente dissapori e proteste nelle aziende”.
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