Un frame del video girato da una telecamera di sorveglianza di piazza Spinuzza dove, sabato notte, è stato ucciso a Palermo Paolo Taormina, 21 anni, proprietario con la sorella Sofia del pub O Scruscio, secondo gli inquirenti riprende Gaetano Maranzano, fermato con l’accusa di omicidio, mentre tiene in mano la pistola con cui poco dopo assassinerà la vittima.

Maranzano ha sparato a Paolo Taormina da dietro, colpendolo alla nuca. Il video, insieme a diverse testimonianze di ragazzi che hanno assistito al delitto, ha aiutato gli inquirenti a risalire al responsabile.

Dopo aver ucciso con un colpo di pistola alla nuca Paolo Taormina, Gaetano Maranzano, fermato ieri dai carabinieri, si è allontanato dal luogo del delitto, nel pieno centro di Palermo, insieme a tre persone.

La fuga è stata ripresa dalle telecamere

La fuga è stata ripresa dalle videocamere di sorveglianza della zona. Alle 02:54 i quattro si allontanano da piazza Spinuzza a bordo di una Lancia Y scura e percorrono via Roma, una delle strade principali della città. Alle 03.00.41 a velocità folle la macchina arriva in viale del Fante in direzione del quartiere Zen, il rione di Maranzano, dove giunge dopo un minuto e 59 secondi.

“Si precisa – si legge nel fermo – che durante il tragitto l’autovettura sfrecciava lungo il centro urbano di Palermo ad alta velocità, non rispettando né semafori né alcun tipo di segnaletica stradale”. Maranzano avrebbe dato a un amico, ora sotto inchiesta, probabilmente sapendo che gli inquirenti erano sulle sue tracce e quindi cercando di eliminare oggetti che l’avrebbero potuto fare identificare con l’autore del delitto, 5 collane in oro con ciondoli col volto di Gesù e una pistola e un pendente con scritta King con corona.

I testimoni e Tik Tok

Sono stati i racconti di alcuni testimoni a portare gli investigatori sulle tracce di Gaetano Maranzano, accusato di aver ucciso con un colpo di pistola alla nuca Paolo Taormina sabato notte, a Palermo. Maranzano e gli amici erano clienti del pub della vittima, per cui diversi presenti, che li conoscevano, hanno saputo indicare agli investigatori il profilo TikTok dell’omicida.

“Mi ero appena accomodata in un tavolino all’esterno e alle mie spalle è accaduta una lite, Erano circa 2 o 3 ragazzi contro uno, quest’ultimo è riuscito a scappare. Loro lo colpivano con delle bottiglie di vetro di birra Heineken. Queste bottiglie le avevano rotte su un tavolo”, racconta una delle clienti ai carabinieri. “Non conosco il motivo di questa lite. Io stavo per scappare. Nel frattempo noto Taormina che esce dal locale e dice ‘ragazzi basta non vi litigate, non c’è bisogno di fare così’…Viene colpito da uno da una bottiglia di birra alla nuca. Subito si è accasciato a terra. Prima di questa scena un altro aveva uscito un’arma, una pistola nera, per colpire il ragazzo che era scappato. Io spaventata da quest’arma e dalla lite, sono scappata ma poi ho sentito un rumore forte, mi sono girata e ho notato che Taormina era a terra, lui era già caduto a seguito del colpo di bottiglia”, prosegue.

“Io l’ho visto nell’istante che si è accasciato subito dopo il colpo di bottiglia ma pensavo si rialzasse perciò sono scappata. Quando ho sentito un rumore forte mi sono girata, quindi sono tornata indietro a soccorrerlo. Ho chiesto alla fidanzata e alla madre di controllare se ci fosse battito e ho chiamato il 118”. Un’altra ragazza ha mostrato sul cellulare alla testimone il nome del ragazzo che aveva sferrato il colpo di bottiglia e nel profilo Tik-Tok @gaetano29155 il nome di Gaetanomaranzano. “Lì ha trovato una foto dei due ragazzi coinvolti nella lite di cui uno ha dato il colpo di bottiglia a mio cugino e l’altro è quello che deteneva l’arma. Entrambi avevano tante collane d’oro al collo, le stesse che hanno in foto – racconta – Aveva la barba lunga, occhiali e collane d’oro. Non ricordo cosa indossava. L’altro soggetto invece aveva un borsello a tracolla, più basso dell’altro penso, aveva la barba e le collane d’oro. Lo stesso stile comunque”.

I punti oscuri dell’indagine

Ci sono ancora molti dubbi sull’arma con cui Gaetano Maranzano, fermato domenica dai carabinieri, ha ucciso Paolo Taormina, il giovane gestore di un pub di Palermo. L’assassino ha detto di aver sparato con una calibro 9. “La portavo sempre con me, si sa, Palermo è una città pericolosa”, ha detto. Ma quel genere di arma, specie se, come si intuisce dai video delle telecamere della zona, avesse sparato da distanza ravvicinata, avrebbe provocato un foro ben più ampio sulla nuca della vittima. All’indagato è stata sequestrata in casa una pistola calibro 9. I frame estrapolati dagli inquirenti, però, non sono chiari e la pistola non è inquadrata nitidamente. Mentre diversi testimoni, tra cui la madre di Paolo, parlano di una pistola piccola. Su questo e altri particolari, come sull’identità di chi avrebbe protetto la fuga di Maranzano, continuano le indagini.